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MAROCCOIl Papa a Rabat: in 10'000 alla messa: «Vivere assieme come fratelli»

31.03.19 - 12:03
Il pontefice è stato accolto dal parroco e da tre sacerdoti incaricati per la pastorale
Keystone
Papa Francesco a Rabat.
Papa Francesco a Rabat.
Il Papa a Rabat: in 10'000 alla messa: «Vivere assieme come fratelli»
Il pontefice è stato accolto dal parroco e da tre sacerdoti incaricati per la pastorale

RABAT - Papa Francesco è arrivato in auto alla cattedrale cattolica di Rabat, situata nel centro della città, nella Piazza di Golan, dove incontra il clero, i religiosi, le religiose e il Consiglio ecumenico della Chiese.

Il Papa è accolto all'ingresso della cattedrale dal parroco e da tre sacerdoti incaricati per la pastorale, i quali gli porgono il crocifisso e l'acqua benedetta per l'aspersione e per percorre la navata centrale, mentre la corale intona un canto.

Prima di prendere posto si sofferma in preghiera silenziosa davanti al Santissimo. Dopo una breve testimonianza di un prete e il saluto di un anziano sacerdote al Papa, c'è la testimonianza di una religiosa e il saluto di un'anziana suora al Pontefice.

Quindi il Papa pronuncia il suo discorso e, al termine, recita l'Angelus. Infine, mentre viene intonato un canto mariano, il Papa saluta i tre leader del Consiglio ecumenico delle Chiese.

In 10'000 fedeli alla messa - Dopo il pranzo in Nunziatura con i vescovi del Marocco e alcuni membri del suo seguito, papa Francesco è giunto in auto al Complesso sportivo Principe Moulay Abdellah, dove celebra la messa, ultimo evento della sua visita in Marocco.

Alla celebrazione assistono diecimila persone di sessanta nazionalità: si tratta della messa con la maggiore partecipazione mai celebrata nel paese maghrebino.

«Si viva come fratelli» - «Sicuramente sono tante le circostanze che possono alimentare la divisione e il conflitto; sono innegabili le situazioni che possono condurci a scontrarci e a dividerci. Ci minaccia sempre la tentazione di credere nell'odio e nella vendetta come forme legittime per ottenere giustizia in modo rapido ed efficace». Lo ha affermato il Papa durante la messa a Rabat.

«Però l'esperienza ci dice che l'odio, la divisione e la vendetta non fanno che uccidere l'anima della nostra gente, avvelenare la speranza dei nostri figli, distruggere e portare via tutto quello che amiamo». Perciò, ha proseguito, «Gesù ci invita a guardare e contemplare il cuore del Padre. Solo da qui potremo riscoprirci ogni giorno come fratelli».

«Solo a partire da questo orizzonte ampio, capace di aiutarci a superare le nostre miopi logiche di divisione, saremo capaci di raggiungere uno sguardo che non pretenda di oscurare o smentire le nostre differenze cercando forse un'unità forzata o l'emarginazione silenziosa - ha aggiunto Francesco -. Solo se siamo capaci ogni giorno di alzare gli occhi al cielo e dire 'Padre nostro' potremo entrare in una dinamica che ci permetta di guardare e di osare vivere non come nemici, ma come fratelli».

«Cari fratelli - ha detto ancora il Pontefice nell'omelia in spagnolo -, voglio ringraziarvi per il modo in cui date testimonianza del vangelo della misericordia in queste terre. Grazie per gli sforzi compiuti affinché le vostre comunità siano oasi di misericordia».

«Vi incoraggio e vi incito a continuare a far crescere la cultura della misericordia - ha aggiunto -, una cultura in cui nessuno guardi l'altro con indifferenza né giri lo sguardo quando vede la sua sofferenza. Continuate a stare vicino ai piccoli e ai poveri, a quelli che sono rifiutati, abbandonati e ignorati, continuate ad essere segno dell'abbraccio e del cuore del Padre».

«Che il Misericordioso e il Clemente - come tanto spesso lo invocano i nostri fratelli e sorelle musulmani - vi rafforzi e renda feconde le opere del suo amore», ha concluso il Papa, nell'ultimo evento della sua visita in Marocco.

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