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ITALIAProsciolti gli anarchici devastatori di Expo 2015

28.03.19 - 11:34
Per i cinque greci era stata chiesta l'estradazione ma Atene si era opposta e li aveva processati, da qui l'impossibilità di un nuovo giudicato
Keystone
In Italia il capo d'accusa era devastazione, con pene fino a 15 anni. Un reato che, in Grecia, non esiste.
In Italia il capo d'accusa era devastazione, con pene fino a 15 anni. Un reato che, in Grecia, non esiste.
Prosciolti gli anarchici devastatori di Expo 2015
Per i cinque greci era stata chiesta l'estradazione ma Atene si era opposta e li aveva processati, da qui l'impossibilità di un nuovo giudicato

MILANO - Sono stati prosciolti 5 anarchici greci accusati di devastazione per gli scontri "no Expo" del primo maggio 2015, giorno dell'inaugurazione dell'Esposizione universale di Milano, con le immagini che fecero il giro del mondo.

Lo ha deciso il Tribunale milanese che ha accolto la richiesta degli avvocati Eugenio Losco e Mauro Straini, a cui si è associato il pubblico ministero Piero Basilone. I 5, infatti, mai estradati, sono stati già condannati nel loro Paese per gli stessi fatti per reati "minori".

Per i cinque anarchici greci nell'autunno 2015 era stata emessa un'ordinanza di custodia in carcere con l'accusa principale di devastazione (punita con pene fino a 15 anni), ma la Grecia aveva detto "no" all'estradizione in Italia sostenendo che la "responsabilità collettiva non è riconosciuta nel diritto penale greco che contempla solo la responsabilità individuale" e che nel codice penale greco non esiste il reato di «devastazione e saccheggio».

Nel marzo 2018 i cinque greci sono stati condannati in patria per i fatti del primo maggio a Milano a pene fino a 2 anni e 5 mesi ma per reati "minori", simili alla resistenza a pubblico ufficiale, e sono rimasti liberi (la sentenza è diventata definitiva nel novembre scorso).

Da qui la richiesta dei difensori di applicare il principio del "ne bis in idem", ossia l'impossibilità di giudicare due volte un imputato per gli stessi fatti, e la sentenza di stamani per "non doversi procedere" della decima sezione penale (presidente del collegio Antonella Bertoja) nel processo in cui erano parti civili, per chiedere i danni, il Comune di Milano e il Ministero dell'Interno.

Per un sesto imputato italiano, i giudici hanno anche accolto la richiesta degli avvocati di nullità dell'avviso di chiusura indagini con gli atti che tornano alla Procura e a quella fase, perché venne dichiarato "irreperibile" anche se i suoi genitori avevano comunicato nell'autunno 2015 che era in Francia, a Tolosa, a studiare musica.

Lo scorso anno era già stata stata archiviata l'inchiesta che vedeva indagati 45 giovani antagonisti e anarchici perché gli inquirenti erano giunti alla conclusione che quei giovani non avrebbero fatto parte di quel "blocco nero" che mise a ferro e fuoco il centro di Milano.

I quattro giovani che erano finiti in carcere nell'autunno 2015 sono stati condannati in passato a pene comprese tra gli 8 mesi e i 2 anni e 4 mesi. E' caduta l'accusa principale di devastazione e incendio.

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