È quanto avrebbe deciso il presidente brasiliano Jair Bolsonaro secondo la TV O Globo
LA PAZ / BRASILIA - Cesare Battisti sarà prima tradotto in Brasile dalla Bolivia con un aereo brasiliano e poi estradato in Italia.
È quanto avrebbe deciso il presidente brasiliano Jair Bolsonaro che si è appena riunito con alcuni dei suoi ministri, secondo quanto riferisce la Tv Globo, principale emittente del Paese sudamericano, che cita le parole di Augusto Heleno, capo dell'Ufficio di sicurezza istituzionale della presidenza della Repubblica.
All'incontro con Bolsonaro, sempre secondo quanto riferisce Globo Tv, hanno partecipato i ministri della Giustizia, Sergio Moro, e degli Esteri, Ernesto Arujo.
Aveva chiesto asilo in Bolivia - Il sospetto da parte della polizia brasiliana che Cesare Battisti fosse fuggito in Bolivia è sorto da quando, tra la metà e la fine dello scorso novembre, si erano perse le sue tracce. Sospetto che è diventato una certezza quando, dopo la firma del decreto di estradizione, il suo legale ha presentato la richiesta di asilo politico poi negata da La Paz.
È quel che spiegano fonti investigative che hanno seguito il caso dell'ex terrorista dei Pac arrestato ieri a Santa Cruz de la Sierra, cittadina boliviana. In un primo momento, nella ridda di informazioni che si sono susseguite nell'immediatezza della sua cattura, è stato riferito che Battisti fosse in possesso di documenti falsi.
In realtà in un secondo momento è stato appurato che i documenti che aveva in tasca erano autentici e rilasciati dalle autorità brasiliane.
Lega: mozione per l'estradizione degli altri - «Battisti deve essere il primo di una lunga serie. La Lega presenterà una mozione alla Camera per sollecitare con determinazione l'estradizione degli oltre 50 terroristi condannati in via definitiva e latitanti in Francia, Nicaragua, Argentina, Cuba, Algeria, Libia, Angola». Lo afferma il capogruppo della Lega Riccardo Molinari e il deputato Daniele Belotti primo firmatario della mozione.
«La svolta impressa dal nuovo governo brasiliano - sottolineano i due deputati del Carroccio - può segnare la fine delle vergognose protezioni garantite da alcuni Stati stranieri, in particolare la Francia, a terroristi condannati a pene definitive, molti all'ergastolo. I familiari delle vittime di questi terroristi stanno attendendo da fin dagli anni '70 e '80 di avere giustizia e lo Stato non può permettersi di vedere le proprie condanne, per lo più definitive, assolutamente disattese per la copertura politica offerta da autorità estere. Tra i terroristi in latitanza in Francia - concludono Molinari e Belotti -, figurano diversi condannati all'ergastolo come le ex brigatiste Simonetta Giorgieri e Carla Vendetti, entrambe condannate all'ergastolo nel processo Moro ter e chiamate in causa anche per i delitti D'Antona e Biagi, i Br Sergio Tornaghi e Marina Petrella, mentre in Nicaragua risulta latitante Alessio Casimirri, su cui gravano ben 6 ergastoli per il sequestro e l'omicidio di Aldo Moro».