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VENEZUELARicercatori in fuga: in 12mila se ne sono già andati

07.12.18 - 16:36
Le conseguenze della crisi. Il presidente dell'ACA: «La scienza venezuelana è tornata indietro di 50 anni»
Keystone
Ricercatori in fuga: in 12mila se ne sono già andati
Le conseguenze della crisi. Il presidente dell'ACA: «La scienza venezuelana è tornata indietro di 50 anni»

CARACAS - La crisi economica in Venezuela ha avuto effetto anche sul mondo della ricerca: si stima infatti che siano almeno 12.000 i ricercatori che abbiano lasciato il paese per andare in Ecuador, Colombia, Argentina, Stati Uniti e Canada, a causa del taglio delle risorse e della crisi economica. Lo hanno segnalato diversi ricercatori all'ultimo incontro dell'Accademia delle Science dell'America Latina (Aca), tenutosi a Santiago del Cile.

«La scienza venezuelana è tornata indietro di 50 anni e ci vorranno almeno due generazioni per ricostruirla, a causa della crisi che sta vivendo il paese», ha detto Claudio Bifani, presidente dell'Accademia.

«Per questo invito tutti i membri dell'Accademia a collaborare e ad aiutare i ricercatori del Venezuela e anche quelli del Nicaragua. Il tema del Venezuela dovrebbe essere prioritario», ha continuato, Quello che è successo e sta accadendo, secondo Bifani, «sta distruggendo tutto ciò che si è costruito con tanto sforzo a livello scientifico. È stato cancellato tutto».

Il Venezuela era un paese con un «buon livello di ricerca scientifico fino a 10 anni fa», ha aggiunto Ramon Latorre, Premio nazionale per le scienze cileno. «Oggi non c'è una politica scientifica definita. C'è invece un processo di distruzione sistematica: non vengono finanziati i progetti di ricerca liberi e non ci sono programmi di borse di studio», ha rilevato Bifani.

Alla conferenza ha parlato anche Elvira Cuevas, docente dell'Università di Porto Rico, che ha lavorato per anni in Venezuela: «La situazione della scienza è catastrofica, come se fosse passato un uragano che ha distrutto tutto. Si sono tagliate le risorse pubbliche e un paese che era a livello dei paesi più sviluppati nella scienza, ora si trova in una condizione peggiore di quelli del terzo mondo».

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