Critiche da parte dei provider e delle associazioni per il diritto all'informazione
KATMANDU - Le autorità nepalesi hanno dato il via libera a un giro di vite contro la pornografia su Internet. Rispondendo alla direttiva governativa, i provider nazionali hanno iniziato a bloccare decine di migliaia di siti, pari al momento a 25mila.
Nel corso di questo 2018 sono state emanate nuove leggi civili e penali che vietano l'uso, la condivisione e la pubblicazione di materiale pornografico. Le pene possono arrivare a un anno di carcere. Un portavoce dell'autorità per la comunicazione nepalese ha commentato con soddisfazione il via della campagna: «È solo l'inizio, ma è un avvio molto buono». Chi si rifiuterà di seguire la direttiva andrà incontro a una multa salata e alla possibilità di perdere la licenza. I provider, tuttavia, spiegano che sarà impossibile rendere "porno-free" l'intero Nepal: «Non è praticamente e tecnicamente possibile bloccare ogni sito» ha spiegato un portavoce.
Il provvedimento è finalizzato a bloccare il fenomeno della violenza sessuale ma le associazioni per il diritto all'informazione temono che dietro al paravento della pornografia possa celarsi una stretta autoritaria ai fini di censura.