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BEIRUTLibano-Siria: Suleiman e Assad aprono nuovo capitolo

14.08.08 - 20:00
Libano-Siria: Suleiman e Assad aprono nuovo capitolo
BEIRUT - Un nuovo capitolo delle relazioni libano-siriane sta per iniziare, almeno nelle speranze, dopo che Beirut e Damasco hanno deciso di avviare normali relazioni diplomatiche e di riconsiderare gli accordi bilaterali firmati quando il Libano era sotto il controllo della Siria.

Tuttavia l'annuncio della "riattivazione" di comitati congiunti e del "coordinamento" nei confronti di Israele non rappresenta necessariamente un vero punto di svolta nell'atteggiamento siriano verso il Libano, sul quale Damasco ha esercitato la sua egemonia dal 1976 al 2005.

All'atteso vertice a Damasco di ieri e oggi il presidente libanese, Michel Suleiman, e il suo omologo siriano, Bashar al Assad, hanno deciso di stabilire relazioni diplomatiche per la prima volta da quando i due Paesi ottennero l'indipendenza dalla Francia, oltre 60 anni fa.

Suleiman ha inoltre invitato ufficialmente Assad in Libano. L'ultimo viaggio di Assad a Beirut risale al 2002, in occasione di un vertice della Lega Araba, ma nessun presidente siriano ha mai messo piede nel palazzo presidenziale libanese.

La stampa di Beirut ha accolto l'avvio di relazioni diplomatiche come "un formale riconoscimento della sovranità libanese, che però deve essere completato con la demarcazione delle frontiere" comuni e facendo luce sulla sorte dei libanesi detenuti o scomparsi in Siria.

In una conferenza stampa congiunta dei ministri degli esteri libanese, Fawzi Salluk, e siriano, Walid al Muallim, è stata annunciata la "riattivazione" del comitato congiunto per risolvere la questione dei "libanesi scomparsi in Siria e dei siriani scomparsi in Libano", così come del comitato per la demarcazione della frontiera comune.

Al Muallim ha però escluso dalla demarcazione l'area delle contese fattorie di Shebaa, che, una volta compiuta, potrebbe dimostrare che quei 25 chilometri quadrati occupati da Israele sono territorio libanese piuttosto che siriano e pertanto l'Onu potrebbe chiedere a Israele di restituirli a Beirut.

"Le fattorie di Shebaa non possono essere demarcate sotto occupazione", ha detto al Muallim. Molti libanesi accusano la Siria di usare Shebaa come un alibi a favore di Hezbollah per continuare la sua "resistenza" e fare pressione su Israele.

Al Muallim ha detto che Damasco "informerà Beirut sugli sviluppi" nei colloqui indiretti che la Siria sta conducendo con lo Stato ebraico attraverso la Turchia.

"Il Libano non è al momento interessato ad avere colloqui diretti o indiretti con Israele", ha detto dal canto suo Salluk. Beirut ha sempre detto che firmerà un accordo di pace con Israele solo dopo che lo avrà fatto la Siria.

Dopo il loro incontro, Assad e Suleiman, guardando oltre i loro Paesi, hanno infine ribadito la necessità di "una pace giusta e globale in Medio Oriente" e della nascita di uno Stato palestinese indipendente.



ATS
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