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PECHINO - Pietre e bottigliette contro l'ambasciata giapponese, pietre contro negozi e una sede commerciale: la manifestazione contro il Giappone nelle strade di Pechino ha avuto un risvolto violento, ma i danni non sono andati più in là di qualche finestra in frantumi, e la polizia ha contenuto l'assalto dei più esagitati. Alla marcia, che si sta svolgendo per più in modo pacifico, partecipano secondo la polizia 10 mila persone, 20 mila per gli organizzatori. Lo scopo è di chiedere il boicottaggio dei prodotti nipponici a causa del rifiuto di Tokyo di ammettere "le atrocità commesse" nella prima metà del secolo scorso.
I dimostranti, che hanno bruciato bandiere giappponesi e gridato slogan a favore del boicottaggio commerciale, hanno attaccato a sassate, oltre a un ristorante giapponese, anche una banca della Tokyo Mitsubishi rompendone le vetrate, prima che giungesse la polizia. Anche i vetri dell'ambasciata, nella parte sud-orientale della capitale, sono andati in frantumi, ma la polizia presidiava l'area già dal mattino e non ha permesso altro.
Intanto 200 paramilitari hanno preso posizione intorno alla residenza dell'ambasciatore giapponese, in un quartiere nord-orientale, verso la quale si stanno dirigendo alcuni gruppi di manifestanti.
