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TOKYOCosplay, una triste festa?

05.08.09 - 16:48
Impressioni da una vacanza a Tokyo
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Cosplay, una triste festa?
Impressioni da una vacanza a Tokyo

Sopra la stazione di Harajuku, nel quartiere di Shibuya, ogni domenica ha luogo un evento singolare, una piccola festa dal carattere malinconico. Decine di giovani, ragazze e ragazzi, arrivano alla stazione di Harajuku dai dintorni della capitale nipponica, come pure dai molti e vasti quartieri che compongono la vasta e dinamica Tokyo, per dare luogo ad un rito giovanile che sta prendendo sempre più piede anche nel mondo occidentale.

Il termine Cosplay è una contrazione di "Costume play" e, nei fatti, si traduce in un travestimento da parte dei giovani che assumono le sembianze dei propri idoli "fumettosi". Il luogo dell'incontro, il ponte che sovrasta la stazione e collega il tranquillo Yoyogi Park (uno dei più vasti di tutta Tokyo) alla strada dello shopping di Shibuya (stupendo luogo del culto del consumismo), viene così invaso da decine di giovani che, vestendo i panni dei propri idoli, lanciare al mondo il grido "io esisto".

Stando a quanto appreso prima di andare ad assistere a questo "rituale" domenicale, sembrerebbe infatti che a travestirsi siano proprio le personalità meno forti, quelle che trascorrono la settimana a "margine della società" e che travestendosi e mostrandosi ai turisti e ai curiosi dimostrano d'esistere. Una triste realtà che mi auguro non sia condivisa da tutti i presenti, ma che dopo i primi minuti di curiosità sembra trasparire con sempre maggiore forza.

Non sapendo esattamente quando inizia l'incontro sono arrivato sul luogo di primo mattino, scoprendo che, anche a sette fusi orari di differenza, la domenica mattina la popolazione resta volentieri a letto. Dopo un caffé ed una breve passeggiata nella zona si vedono arrivare i primi giovani, alcuni già travestiti, altri con un trolley. Questi si infilano nei bagni e ne escono trasfigurati, un'esplosione di colori e di vestiti stravaganti che ricorda molto da vicino i carnevali nostrani. Dopo pochi metri i cosplay sono in posizione, seduti per terra o a chiacchierare mostrando agli amici il proprio travestimento. Ciononostante sono molto attenti alle necessità dei curiosi e si prestano a farsi fotografare, si mettono in posa e guardano dritto nell'obiettivo della macchina fotografica passando da un obiettivo all'altro senza problemi apparentementi. Il ponte, luogo del raduno, si riempie velocemente di altri ragazzi e di curiosi che estraggono le proprie fotocamere o videocamere schiacciando freneticamente sul bottone e controllando le foto realizzate. Un piccolo marasma che osservato da fuori acquista un sapore differente, un gusto agrodolce certamente non al livello della cucina giapponese.

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