La band non rientrava in studio dal 2008, e lo fa con un cambio nella formazione
GLASGOW - Bobby Gillespie (voce) narra il concepimento e le registrazioni di More Light, il nuovo album della sua band, i Primal Scream, pubblicato il 10 maggio scorso.
Non rientravano in studio dal 2008, momento in cui diedero alle stampe Beautiful Future (B-Unique/Atlantic Records). Da quegli istanti però qualcosa è cambiato: la line-up, innanzitutto, ha visto Gary Mounfield (Mani, basso) dimettersi dalle fila del combo, (s)vendendosi alla nuova vita degli Stone Roses. A sostituirlo è Simone Butler, anche se in prima battuta pare che Bobby Gillespie, Andrew Innes (chitarra), Martin Duffy (tastiere) e Darrin Mooney (batteria) avessero optato per Debbie Googe (My Bloody Valentine), ma Gillespie smentisce: “I media fraintesero, Debbie si limitò unicamente a prendere parte a una serie di show nel corso della scorsa estate… Tutto qui…”. E intanto, i Primal Scream, con il reclutamento temporaneo di Jason Faulkner al basso e una serie di ospiti (Robert Plant, Kevin Shields e Mark Stewart), già da qualche tempo si trovavano alle prese con la genesi di una produzione ammaliante: “Il rock’n’roll e la psichedelia stanno da sempre alla base della nostra struttura compositiva, ma gli arrangiamenti orchestrali trainano More Light (First International/Ignition/Phonag) in un limbo più sofisticato, più cinematografico, direi…”, mi spiega Gillespie poco dopo l’inizio della nostra interurbana.
Bobby, perché questo titolo?
In passato, i nostri testi nascevano dalla paranoia, dalla negatività… Anche More Light ha iniziato a prendere forma all’interno del medesimo contesto ma, a differenza delle produzioni precedenti, d’un tratto si è schiuso, individuando un bagliore nel mezzo di una densa oscurità…
Quando è iniziato il concepimento dell’album?
Parte del materiale risale ai primi mesi del 2010, momento in cui ci spostammo a Belfast per incominciare a lavorare ai brani con la produzione di David Holmes…
Dove si sono svolte le registrazioni?
Tra Londra (Das Bunker) e Los Angeles (Vox Studios)… Molto gradualmente, aggiungerei…
Cosa vuoi dire con questa tua ultima affermazione?
Che anche in studio ci prendiamo il nostro tempo, rielaborando più volte ogni composizione fino a raggiungere la versione definitiva…
Quali sono le maggiori influenze musicali confluite nel disco?
Nel corso delle session ascoltavo Bobbie Gentry e Laura Nyro, ma non credo risuonino nell’album… In questi termini, citerei Beatles, Temptations e John Coltrane…