Cerca e trova immobili

LOCARNO«Ho iniziato a pensare di più a me stesso» e arrivano le soddisfazioni

26.01.24 - 06:30
La seconda notte di Stranociada a Locarno verrà animata da Dj Jay-K che nei prossimi mesi pubblicherà il suo primo progetto da solista
Dj Jay-K
«Ho iniziato a pensare di più a me stesso» e arrivano le soddisfazioni
La seconda notte di Stranociada a Locarno verrà animata da Dj Jay-K che nei prossimi mesi pubblicherà il suo primo progetto da solista

LOCARNO - Da qualche settimana conigli, maghi e maschere riempiono gli autobus del venerdì sera. E questo weekend sarà la volta di Locarno, con la sua Stranociada, ad agghindarsi per il carnevale. A partire da stasera e fino a sabato notte, i bagordi animeranno la Città Vecchia e sabato, da dopo la mezzanotte, ci penserà Stefano Guidi, in arte Dj Jay-K, a far danzare le maschere.

Bellinzonese di nascita, con la sua musica ha girato tutta Italia e anche l'Europa, arrivando a competere a livello mondiale numerose volte e collaborando con artisti del calibro di Guè e Gemitaiz. Nell'attesa, lo abbiamo intervistato.

Recentemente hai partecipato all’evento di lancio dei Club Dogo, da ormai più di dieci anni collabori con Guè. Dopo così tanto tempo, ti viene mai voglia di fare qualcosa di diverso, di sperimentare?
«In realtà già dall’anno scorso sono un po’ meno attivo. Non dico che ho mollato il colpo, perché continuo a fare delle live e a partecipare ad alcuni eventi, ma mi sto concentrando sui miei progetti».

Come mai questo cambiamento?
«Avevo sinceramente bisogno di aria nuova, nel senso che dopo dieci anni mi sono accorto che ero sempre allo stesso punto. Non dico che all’inizio non sia stato bello: concerti in tutta Italia con Guè e posti in cui non pensavo che sarei mai arrivato. Situazioni molto grosse che inizialmente mi colpivano molto. Con il tempo mi sono reso conto che mi sono concentrato un po’ troppo su di lui e poco su di me. Essendo che comunque lui è un artista che fa tantissimi live e dj set, soprattutto da dopo il Covid, ho dovuto decidere se dedicarmi di nuovo a lui nei suoi show, oppure concentrarmi sulle mie serate: se prima era possibile riuscire a far coincidere i due impegni ora non è più così evidente. Quindi ho iniziato a pensare di più a me stesso e così quest’anno uscirà il mio primo progetto da solista».

Nel frattempo continui ad avere tanti impegni, restando sempre molto affezionato al tuo territorio…
«Secondo me è importante essere sempre presente. Al di là del fatto che possa essere comodo a livello tecnico, perché girare e dormire negli hotel è divertente quando sei giovane, e oggi cerco di evitare di restare fuori, preferisco tornare - ed evito anche i viaggi lunghi. In ogni caso, lo trovo giusto per chi mi segue da casa. Quando magari partivo con Guè e stavo via tre mesi da giugno a settembre, non mi esibivo mai in zona. Effettivamente mi scrivevano in tanti, perché mancavano le mie serate. Poi, avendo qui strutture come il (fu, ndr) Vanilla e il Jungle, che sono posti in cui altri dj da tutta la Svizzera farebbero carte false per esibirsi, mi sembrava un po’ stupido non passare di lì».

Tra l’altro, come vivi la recentissima chiusura del Vanilla?
«A livello personale, diciamo che avevo già interrotto il rapporto lavorativo con loro intorno all’estate scorsa, in quanto avevamo avuto qualche divergenza. Però chiaramente a livello di immagine è veramente un peccato, anche perché era l’unica discoteca del Ticino che si conosceva anche al di fuori. Fa capire, secondo me, che la night life stia calando e che non c’è più lo stesso interesse. Lo trovo preoccupante per il Ticino. Perché comunque ai tempi riuscivano a portare artisti veramente grossi come Avicii che non costano poco. E se non lo stanno più facendo vuol dire che non funziona più».

Come mai?
«C’è stato un cambiamento generazionale. Penso che le nuove generazioni si stanchino in fretta. Magari a settembre vanno a vedere un artista perché sono fan e se poi però viene riproposta la stessa serata a una distanza di sei mesi, non si presentano. È successo anche questo al Vanilla: si chiamava un artista e si vendevano mille biglietti, poi lo si riproponeva a distanza di qualche tempo ma si presentavano la metà delle persone. Penso che prima ci fosse una vera cultura dietro, oggi un artista magari ti piace per due mesi. Ho l’impressione che ora va tutto secondo le mode: si fa un pezzo e per un po’ passa nelle discoteche, poi dopo cinque mesi sembra non esista già più».

Questo sabato ti esibirai alla Stranociada. Sei sempre stato un tipo da carnevali?
«Non molto. Diciamo che ai carnevali mi diverto, specialmente a suonare nei capannoni grandi, perché in quelli piccoli c’è troppa confusione e troppa gente ubriaca e non lo reggo molto. Il capannone di Locarno dovrebbe essere una situazione piacevole e penso proprio che mi divertirò perché è un tipo di evento in cui posso spaziare e uscire dal mio genere. Lo trovo stimolante. Ad esempio alla Rotonda della Mobiliare a Locarno l’estate scorsa avevo messo musica un po’ per tutti. Perché la piazza era per tutti e non c’era solo il mio pubblico. Ed è un tipo di situazione che può diventare divertente anche per me».

Ci sono altri appuntamenti che i fan dovrebbero segnare in calendario per quest’anno?
«A livello di serate, no. Però dico a tutti di stare attenti perché usciranno parecchie cose a livello discografico e su vari canali».

Entra nel canale WhatsApp di Ticinonline.
COMMENTI
 
NOTIZIE PIÙ LETTE