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LOCARNO FILM FESTIVALDeva Cassel, un debutto nel segno della libertà

04.08.23 - 16:30
"La bella estate" è la prima prova cinematografica per la figlia d'arte
IMAGO / ABACAPRESS
Fonte Francesca Pierleoni, ANSA
Deva Cassel, un debutto nel segno della libertà
"La bella estate" è la prima prova cinematografica per la figlia d'arte

LOCARNO - Amelia «è un personaggio molto moderno, una ragazza che rappresenta un po' la libertà: nonostante la situazione di quegli anni lei continua a fare quello che vuole e che sente, e ispira e attira gli altri a fare esattamente la stessa cosa». Così la 18enne Deva Cassel, descrive con l'ANSA il ruolo con cui debutta al cinema, nel dramma ambientato a fine anni '30, "La bella estate", di Laura Luchetti, tratto liberamente dall'omonimo romanzo di Cesare Pavese (vincitore del Premio Strega nel 1950), all'esordio in prima mondiale questa sera in Piazza Grande al Locarno Film Festival.

Coprotagonista è Yile Yara Vianello, in un cast che comprende Nicolas Maupas, Alessandro Piavani, Adrien Dewitte, Cosima Centurioni, Gabriele Graham Gasco, Anna Bellato e Andrea Bosca.

Per Deva Cassel, classe 2004, figlia di Monica Bellucci e Vincent Cassel l'incontro diretto con lo showbiz è arrivato tre anni fa attraverso le prime prove da modella: dopo il cinema arriverà anche il piccolo schermo, è infatti Angelica (il ruolo incarnato da Claudia Cardinale nel film di Visconti) nella serie "The Leopard" (Il gattopardo) per Netflix, nuovo adattamento dal capolavoro di Tomasi di Lampedusa.

Quando ha deciso di affrontare, al debutto, due personaggi importanti come questi, in famiglia «sono stata un po' seguita - spiega Deva Cassel -. I miei prima di essere due attori sono il mio papà e la mia mamma, mi danno consigli, mi aiutano a fare delle scelte ma mi lasciano anche tantissima libertà di fare il mio percorso».

"La bella estate", una produzione Kino Produzioni con Rai Cinema e 9.99 Films, in collaborazione con Lucky Red, True Colours e Tapelessfilm, ha al centro nella Torino del 1938, il rapporto che nasce tra Ginia (Vianello), giovane sartina di grande talento, venuta dalla campagna in città a lavorare insieme al fratello, e Amelia (Cassel), di poco più grande di lei, figura enigmatica e affascinante, del mondo bohemien torinese. L'incontro fra due realtà diverse che portano Ginia a mettere in discussione tutte le sue certezze anche in amore.

«L'universalità di Pavese è la nostra grande fortuna - spiega Laura Luchetti che torna al lungometraggio dopo "Fiore gemello"-. I personaggi sono descritti in maniera moderna e provano sentimenti, legati all'adolescenza e la post adolescenza, in cui possiamo riconoscerci anche oggi». La regista (che ha ritrovato Deva Cassel, anche come regista di un episodio de "Il gattopardo", ndr) non ha preso in "La bella estate" «una strada diversa dal libro, ma mi sono concentrata su alcune pagine che per me vibravano di più, quelle di Amelia e Ginia insieme. Sono fra le ultime pagine della novella e anche se il loro spazio è minore rispetto ad altre, io le trovavo fortissime: 'incendiavano', c'era una storia che vibrava. Ho riconosciuto quel mondo per prossimità, ho una figlia della stessa età, 18 anni, quel momento della vita in cui si fa il grande salto e nel quale si decide di essere se stessi, e soprattutto, di amare chi e come si vuole. Lo trovo un argomento totalmente contemporaneo che rende tutti gli adolescenti e post adolescenti molto simili».

Quello che «mi ha colpito di questa novella meravigliosa è l'avere una storia di grandi sentimenti, non di grandi azioni o sconvolgimenti narrativi». C'è «un cambio di sentimenti, con due personaggi che ora non posso più immaginare senza le fattezza e il cuore di Yile e Deva. Abbiamo adattato, cucito i ruoli su di loro, attraverso dei laboratori con tutto il cast». Per Yile Yara Vianello (già intensa interprete, da bambina e da adulta, per autrici come Alice Rohrwacher e Laura Bispuri), «nei laboratori fatti insieme si è costruita subito una forte connessione tra di noi. Laura è molto brava a mettere insieme le persone ed è un elemento su cui abbiamo fatto leva con Deva. Il personaggio di Ginia rispetto a quello di Amelia è sempre in un conflitto emotivo molto forte, un elemento che risuona molto forte anche rispetto all'oggi».

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