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LUGANOAspettando Davide Van De Sfroos: "X Factor? Un tempo c'era la piazza, oggi lo schermo"

13.10.10 - 07:04
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Aspettando Davide Van De Sfroos: "X Factor? Un tempo c'era la piazza, oggi lo schermo"

LUGANO - Si conclude con la tappa luganese il lungo tour del cantante di Monza, ma comasco d’adozione, Davide Van De Sfroos. Una serata a scopo benefico promossa dalla Aslasi, Associazione Sclerosi Amiotrofica Svizzera Italiana, e SM, Società Svizzera Sclerosi Multipla che ospiterà il 23 ottobre presso il padiglione Conza, a partire dalle ore 18:00, ben quattro artisti. Francesco Piu, i Tirlindana, The Vad Vuc e per concludere Davide Van De Sfroos, si alterneranno sul palco per offrire una fantastica serata con lo scopo di sensibilizzare sulle attività di Aslasi e SM e raccogliere fondi per il supporto ai malati di sclerosi multipla e di sclerosi laterale amiotrofica. I biglietti per assistere all’evento sono inoltre disponibili su Biglietteria.

Davide Van De Sfroos si prepara dunque a concludere una stagione di successi non solo musicali, ma che lo hanno visto protagonista di importanti eventi collaterali come il MOA, festival della musica organizzato a Como.

Lugano è l'ultima tappa di un tour, quello del 2010, sicuramente ricco di emozioni. È giunto il momento di riposarsi o hai altri progetti in ballo?
"Il lavoro che adesso mi attende è quello che porterà alla realizzazione del nuovo disco. Si alterneranno momenti per comporre, per registrare, per provare e magari trovare nuove sonorità. Diversi testi e svariate canzoni sono già pronti, ma come sempre sarà una gestazione molto delicata, bisogna avere il tempo di capire cosa si sta suonando e di dedicarcisi appieno. Non è facile lavorare a un disco mentre si è in giro per l'Italia, e dopo questa data, importante anche per i suoi contenuti sociali, potrò dedicarmici interamente".

Francesco Piu, Tirlindana e The Vad Vuc aprono il concerto ed erano presenti anche al Moa, che cosa vi lega?
“La data di Lugano è per me una grande festa proprio perché sarò assieme ai miei amici. Francesco Piu, blues man notevole, è stato ed è un collaboratore validissimo che ho avuto l'onore di avere sul palco per più di due anni. I Tirlindana sono un’importante realtà locale e il cantante è anche mio testimone di nozze. I Vad Vuc li ho visti crescere e diventare indipendenti trovando un loro genere senza la necessità di rifarsi a nessun altro. Sono realtà queste che fanno la differenza dal punto di vista musicale, ma che a volte non vengono notate perché non sono scalatrici di hit parade o presenti sul grande e piccolo schermo. In questo senso cerco di fare il possibile per giovani di talento offrendo loro la possibilità di salire su palchi importanti e farsi conoscere".

Oggi viene dato molto spazio agli artisti filtrati da format televisivi come XFactor e Amici, credi che questo possa penalizzare chi invece è legato alla vecchia gavetta dei locali e delle piazze?
 "In passato era la piazza, la gente passava da lì per vedere gli 'eroi della piazza' coloro che cantavano la sera. Nel villaggio celtico la notorietà si guadagnava sul campo. Oggi la piazza sembra essere stata sostituita dallo schermo. È qui che, nel bene e nel male, un personaggio diviene famigerato, conosciuto. A tal proposito si può dire tutto e il contrario di tutto. Ci sono persone che vengono scoperte da questi talent show e sono degli autentici fenomeni (gli chiediamo di farci un esempio e ci cita Davide di XFactor, "giovanissimo, ma con una voce formidabile"), poi ci sono ‘prodotti’ che trascinati dal trend del momento hanno una popolarità di un paio d'anni, ma, non proponendo più niente, o perché non hanno più niente da dire, o perché non vogliono più dire nulla, finiscono per svanire".

Tu hai partecipato al Meeting di CL, sei stato testimonial della Notte Bianca di Como, hai suonato alle Feste dell’Unità e negli oratori. Sei, come alcuni ti accusano di essere, una “banderuola”, o rivendichi il diritto della musica di essere indipendente da ogni ideologia?
 "Sono dieci anni che ci spostiamo da un palco all'altro. La banderuola può girare perché è il vento che la muove, ma il palo a cui è fissata resta sempre quello".

Davide Bernasconi non è solo un musicista. Ricordiamo i romanzi, le poesie e la fiaba “Capitan Slaff”. Cosa c’è di diverso in queste tue esperienze creative rispetto alle canzoni?
 "La stessa differenza che passa dal fare sci di fondo piuttosto che lo slalom. È una questione di stile. La canzone è un po' come la discesa. Il fondo è più simile a un libro, a un racconto. Hai sicuramente più tempo per entrare in ciò che stai raccontando. Due stili differenti, ma è sempre narrazione in fin dei conti".

Davide Milo

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