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TICINOL'inferno di via Gottardo 114

20.10.09 - 15:53
Tre incendi in un mese, l'inquietudine degli inquilini e i sospetti dell'amministrazione. Un inquilino: "Abbiamo paura, vogliamo essere risarciti". L'amministrazione: "Clima di terrore, in un mese tre incendi, minacce. Speriamo che trovino al più presto il piromane prima che ci scappi il morto"
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L'inferno di via Gottardo 114
Tre incendi in un mese, l'inquietudine degli inquilini e i sospetti dell'amministrazione. Un inquilino: "Abbiamo paura, vogliamo essere risarciti". L'amministrazione: "Clima di terrore, in un mese tre incendi, minacce. Speriamo che trovino al più presto il piromane prima che ci scappi il morto"

BELLINZONA - Svegliato, in piena notte. Una notte da incubo per Aldo Vanina, inquilino dello stabile di via San Gottardo 114 dove per la terza volta in poche settimane, si è sviluppato un incendio che ha costretto l'evacuazione di una quarantina di persone.

"Pensavo a uno scherzo" - "Stavo dormendo. Ho sentito il citofono e ho pensato a uno scherzo" racconta "l'unico ticinese che abita in un palazzo popolare, abitato da famiglie straniere". "Non ho fatto in tempo a capire cosa stesse succedendo. Ho aperto la porta e mi sono trovato davanti un agente della polizia cantonale che ha invitato tutti ad evacuare lo stabile".

"Da stanotte ripresi i tremori" - L'evacuazione, la terza nel giro di poche settimane. Sembra quasi diventata un'abitudine per gli inquilini che cominciano a manifestare la propria insofferenza. E Vanina si fa portavoce di una rabbia e di un senso di inquietudine che cresce sempre più: "Dal primo incendio (quello della notte tra il 5 e il 6 settembre) sto ancora prendendo tranquillanti. Da stanotte sono ripresi i tremori. Deve capire che tre incendi in un mese mettono a dura prova i nostri nervi".

"E' opera di un incendiario" - Sull'origine dell'ultimo incendio, quello di stanotte, la polizia scientifica cantonale sta indagando. "L'incendio si è sviluppato nelle cantine - racconta Vanina e il sospetto che sia stato opera di una mano incendiaria è sempre più che concreto. E poi ho il sospetto che nello stabile vi siano problemi strutturali riguardanti gli impianti elettrici".  

"Una vergogna" - Gli inquilini stanotte, una volta evacuati, sono stati trasferiti in un rifugio messo a disposizione dalla protezione civile. Ma Vanina non nasconde la sua rabbia per il sentimento di abbandono che provano intere famiglie che si ritrovano, di nuovo, per strada: "Dopo il primo incendio ho trascorso dieci giorni fuori casa e ho trovato ospitalità da mia sorella e da un amico d'infanzia. Ma tante famiglie straniere che non hanno congiunti in Ticino si sono dovute rivolgere a strutture alberghiere. E' una vergogna. Non si capisce più niente. Non sappiamo a chi rivolgerci per ottenere informazioni. Siamo una ventina di sfollati e non sappiamo ancora quando possiamo rientrare nei nostri appartamenti. Questa mattina al rifugio ci hanno dato un caffé e delle fette biscottate sotto vuoto. La fattura per il pranzo al ristorante la manderò all'amministrazione dello stabile".

"Persa la collezione di Tex Willer" - Già, l'amministrazione. Vanina punta il dito sul ruolo della Rebianco Sa di Bellinzona: "E' da due mesi che non pago l'affitto per protesta. Ho trovato due crepe, una in camera e una in cucina. Dopo il primo incendio di inizio settembre restare nel mio appartamento era impossibile per la puzza di fumo e di bruciato che aveva invaso l'intero stabile. Ho dovuto far ripulire a mie spese la stanza annerita dal fumo, ho speso 1.500 franchi di lavanderia per i vestiti. E poi in cantina. Scarponi, sci, la collezione di Tex Willer dal numero 1 al numero 500, sedie. Tutto da buttare via. Un danno da 9.500 franchi".

Un danno che difficilmente verrà rifondato: "Sono coperto dalla RC privata. Il mese scorso ho stipulato un contratto di polizza che copra i danni in caso di  economia domestica. Ma sperare per un rimborso è ormai tardi".

"Estintori? Neppure l'ombra" - Ora la speranza di Vanina è che nel palazzo vengano al più presto accorgimenti per migliorare la sicurezza: "Purtroppo i lavori sono iniziati soltanto dopo il secondo incendio. Ormai è troppo tardi, ma bisogna dire che nei corridoi del palazzo di estintori non vi è neppure l'ombra".

La fretta di farli rientrare - Vanina, infine, si sofferma sulla questione dell'agibilità degli appartamenti dopo il primo incendio di settembre, e accusa l'amministrazione di avere accelerato i tempi per dichiarare abitabile gli stabili per evitare di sobbarcarsi i costi riguardanti l'alloggio in albergo degli sfollati: "L'amministrazione ha avuto fretta di farci rientrare. Dopo il primo incendio l'assicurazione dell'amministrazione ha pagato due giorni l'albergo a tutti gli sfollati. Un giorno e mezzo dopo il primo incendio di inizio settembre lo stabile era già stato dichiarato agibile".

La verifica di agibilità - Una fretta che desta sospetto e perplessità in Vanina anche perché, stando a quanto riferitoci dallo stesso, l'amministrazione avrebbe ricevuto il rimborso da parte dell'assicurazione soltanto per i primi due giorni di permanenza di albergo: "Dopo la mia richiesta in polizia per ottenere la verifica di un medico qualsiasi che potesse verificare l'agibilità dei locali, sabato 12 settembre è arrivato alle 7 di sera il dottor Schenger di Cadenazzo. Ha ispezionato i locali e ha stabilito che il mio appartamento era inagibile. Ha poi stilato la lista degli intossicati, tra cui il sottoscritto. Quella notte sono andato a dormire a Biasca da mia sorella e sono tornato il giorno dopo a Bellinzona. Dalla portinaia sono venuto a sapere che si erano presentati domenica mattina nello stabile l'amministratore del palazzo, un agente della comunale e rappresentanti del comune e del cantone che hanno dichiarato agibile tutto lo stabile. Naturalmente sono rimasto sorpreso e mi sono detto che la mafia in Ticino esiste".

La posizione dell'amministrazione - Dall'amministrazione dello stabile, giunge la posizione del direttore che denuncia le minacce subite, respingendo le accuse di Vanina: "Il primo incendio, quello di inizio settembre è partito da uno scantinato. Settimana scorsa ho sentito il responso dalla Scientifica che non ha saputo darmi una risposta certa, se non l'ipotesi secondo cui un senzatetto che ha trovato rifugio nella cantina avrebbe acceso un fuoco per riscaldarsi. Per il secondo incendio, invece, sembra che si trattasse di un corto circuito al frigorifero in un appartamento. Da escludere quindi il dolo. Per il terzo incendio, invece, quello di stamattina, è sicuramente doloso".

"Clima di terrore" - Il direttore Villat parla, infine, di un clima di terrore nei suoi confronti: "Non mi è mai successo niente in 25 anni di attività. E ora, in poche settimane tre incendi, pesanti minacce, il lancio di uova contro i vetri della sede dell'amministrazione, una scritta sul muro "vergogna" con una svastica, insulti pesanti. Ho sporto denuncia penale".

Impianti in regola - Per quanto riguarda l'idoneità dell'impianto elettrico nelle cantine, il signor Vaillat aveva ricevuto ieri dall'elettricista la conferma della fine dei lavori. "I lavori di rifacimento sono finiti ieri. E sono convinto che questo ultimo incendio sia doloso".

"La nostra speranza - conclude il signor Vaillat - è che trovino al più presto il colpevole, prima che ci scappi il morto".

p.d'a.
 

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