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Negli ultimi tre giorni hanno perso la vita almeno 250 persone, inclusi 57 bambini e adolescenti. L'offensiva ad Afrin non si ferma
DAMASCO - La situazione nella regione della Ghuta orientale, in Siria, va "oltre l'immaginazione": lo ha detto alla Bbc il coordinatore umanitario regionale delle Nazioni Unite, Panos Moumtzis, alla luce degli ultimi tre giorni di bombardamenti da parte delle forze governative in cui finora hanno perso la vita almeno 250 persone, inclusi 57 bambini e adolescenti.
Il bilancio è infatti di almeno 250 morti e 1.000 feriti il bilancio di 48 ore di bombardamenti sul Ghuta orientale. Lo riferisce l'Osservatorio siriano innalzando il precedente bilancio.
Proseguono i raid - È di una decina di morti il bilancio di nuovi raid aerei governativi sulla Ghuta orientale, l'area a est di Damasco assediata dalle truppe lealiste e controllata da gruppi anti-regime.
Lo riferiscono fonti mediche, citate dall'Osservatorio nazionale per i diritti umani, secondo cui i bombardamenti più intensi proseguono nella parte sud della Ghuta, in particolare a Kfar Batna, dove si registrano le prime vittime di stamani.
L'offensiva ad Afrin non si ferma - La Turchia intende proseguire con la sua offensiva contro l'enclave curdo-siriana di Afrin, nonostante il tentativo di forze filo-Assad di entrare nell'area per sostenerli.
Lo ha ribadito il portavoce del presidente Recep Tayyip Erdogan, Ibrahim Kalin, secondo cui l'ingresso di ieri ad Afrin di un convoglio di circa 50 mezzi di miliziani pro-Damasco, respinto dall'artiglieria di Ankara, aveva come «scopo un po' di show e un po' di propaganda».
Se compiranno altri tentativi di entrare nell'area sotto attacco a sostegno dei combattenti curdi, ha aggiunto Kalin, anche le forze filo-Assad diventeranno «un obiettivo legittimo».
