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CANTONEParla l'autore dell'opuscolo FFS che ha "offeso" i ticinesi

04.11.16 - 06:23
Hanspeter Gschwend: «Le Officine si potrebbero spostare a Bodio»
Tipress
Parla l'autore dell'opuscolo FFS che ha "offeso" i ticinesi
Hanspeter Gschwend: «Le Officine si potrebbero spostare a Bodio»

BELLINZONA - «Con quell'opuscolo si vuole trovare un dialogo con le personalità ticinesi, affinché anche questo cantone possa approfittare delle opportunità offerte da Alptransit». È quanto assicura Hanspeter Gschwend, autore del racconto contenuto nella pubblicazione “Visioni e apparizioni in Ticino” che le FFS hanno fatto circolare negli scorsi giorni. Una pubblicazione che non ha però mancato di suscitare polemiche, in primis dal parte del deputato Mps Matteo Pronzini. E l'altro ieri anche il gruppo parlamentare PPD-GG si è soffermato su «passaggi maldestri» presenti nel testo. «Il granconsigliere ha decontestualizzato determinati brani per mettere in rilievo le azioni dell’Unia contro le FFS» sottolinea dunque Gschwend, che da venticinque anni vive in Mesolcina e si identifica con il destino della nostra regione.

Officine FFS: da chiudere o ripensare? - Pronzini ritiene che il testo voglia «fare “maturare” tra i ticinesi l’idea che le Officine FFS di Bellinzona debbano essere liquidate». Non così l’autore, che ci parla di spostamento o trasformazione. «Nel racconto si suggerisce di utilizzare meglio il terreno attualmente occupato dalla struttura». Questo non corrisponde, tuttavia, a una chiusura. «Secondo me le Officine potrebbero essere spostate a Bodio, dove c’è lo spazio disponibile» sottolinea infatti Gschwend, che aggiunge: «Bisogna essere realisti e capire che a lungo termine con il continuo sviluppo tecnologico non è scontato che le Officine nella loro forma attuale possano rispondere alle esigenze delle FFS».

Le opere ticinesi - In alcuni brani del racconto, i ticinesi vengono inoltre descritti come privi di spirito d’iniziativa e con una «mentalità di questuanti». È effettivamente così? «Soltanto parzialmente - ci dice allora Gschwend - ma non lo pensano gli svizzero tedeschi, bensì anche certi ticinesi con cui ho parlato». L’autore sottolinea quindi che nel testo si dice di più. E ci legge le parole di uno dei personaggi, Giuseppe Molo (sindaco di Bellinzona a fine Ottocento): «Noi siamo i padroni di noi stessi, così come tutti gli altri Cantoni lo sono, e al contempo siamo un forte partner il quale, com’ogni altro su questa Terra, dipende a sua volta da altri forti partner». Nel racconto sono dunque citate numerose opere che hanno visto la luce proprio grazie ai ticinesi: dalla «Scuola per tutti» di Stefano Franscini al centro culturale LAC, passando dagli Istituti di cardiologia, di ricerca oncologica e di biotecnologie, e dall’università. Soltanto per citarne alcuni. E oggi? «Vi sono state, e vi sono tuttora - si legge sempre nel testo - sufficienti forti personalità nel Canton Ticino che hanno realizzato e realizzano grandi cose».

Dialogo con i deputati - Le opportunità e la ricerca di un dialogo non sono comunque alla base soltanto del testo di Gschwend, ma anche di un incontro che avrà luogo martedì 8 novembre alla stazione di Bellinzona. Un incontro in cui il CEO FFS Andrea Meyer incontrerà i deputati ticinesi. E per l’occasione sarà anche presentata una lettura scenica del racconto. «Questo incontro è la prova che si cerca un dialogo» conclude Gschwend.

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COMMENTI
 

francox 7 anni fa su tio
Già bello che non viene spostata a Stabio con relative conseguenze.

vulpus 7 anni fa su tio
Lo avevano già detto in diversi, al momento della crisi acuta, che l'ubicazione in centro città non è più attuale. Non bisogna essere degli scienziati per capirlo.basta salire in collina e vedere la configurazione della città. Del resto Bellinzona necessita di spazi vitali, ed è un controsenso voler allungare la città a sud e a nord, perchè solo lì ci sono ancora spazi vergini. Chiaro che prima di ogni passo, le nuove officine devono essere già funzionanti nella nuova ubicazione che andrà scelta. E sul libercolo, stampato per creare un dialogo con i politici ticinesi, complimenti a questo signore che ha saputo vendere intelligentemente il suo funo alle FFS. Non esiste dialogo, perchè dalle FFS e da Berna, non si degnano mai di rispondere ai nostri politici, in maniera almeno educata e costruttiva. Quante interrogazioni e richiesta sono partite dal Ticino e nessuna risposta è giunta? Sprecano soldi in cattedrali vuote, che servono a niente ( vedi stazioni di Bellinzona e Lugano), mentre sarebbe opportuno operare con efficenza e parsimonia.

matteo2006 7 anni fa su tio
Risposta a vulpus
Non solo i politici ma anche i sindacati si sono subito messi di traverso. Vero l'uscita dell'opuscolo è stata poco costruttiva perché te la butta la come una sassata e nessuno sa da dove arriva. Ha avuto almeno il pregio di far parlare in merito a questa possibilità che in realtà nessuno ha mai veramente valutato come possibilità valutabile dai politici e sindacati nostrani che si occupano della situazione delle officine. Purtroppo in Ticino ancora una volta siamo in ritardo.

GI 7 anni fa su tio
Risposta a vulpus
scusi ma, stazioni vecchie di oltre cento anni sarebbero da paragonare a cattedrali vuote nelle quali le FFS hanno investito molto (anche a beneficio delle nostre imprese) ??

Zagor 7 anni fa su tio
Risposta a vulpus
"Sprecano soldi in cattedrali vuote, che servono a niente ( vedi stazioni di Bellinzona e Lugano), mentre sarebbe opportuno operare con efficenza e parsimonia" *** Ma che bella frase densa di contenuti. Una stazione moderna ed efficiente non serve a niente? Suggerisco di uscire dallo 091 e vedere cosa accade altrove in Svizzera (e non solo). E di grazia, Cosa significa (al di là della vuota retorica) "operare con efficienza e parsimonia"? Dove? In che ambito? Su quali progetti?

vulpus 7 anni fa su tio
Risposta a Zagor
Ma ci rendiamo conto cosa costano queste stazioni?? Una stazione moderna dove presto non ci sarà più personale, dove la necessità è quella di attendere i treni, rimanendo informati, al caldo, e poi?? Per contro però aumenteranno il costo dei biglietti, il personale a bordo è stato ridotto all'osso , con i risultati sotto gli ochhi di tutti. Non è sufficente incensare le FFS per le cattedrali che costruiscono. Sono belle efficenti(?), e poi? Cosa hanno fatto in Ticino ? Un progetto epocale abortito a metà cantone, senza vie di uscita verso il sud. Infilano treni da 800m su linee come quelle che attraversano tutte le città densamente abitate del Ticino,e su una linea come quella di Cadenazzo, verso Luino che fa venire i brividi solo a guardarla. Bisogna avere il coraggio di vedere le cose come stanno, anche se qualcuno storcerà il naso.

Zagor 7 anni fa su tio
Risposta a vulpus
Ancora una volta non rispondi. Invece di chiedere al vento quanto costano, chiedi quanto rendono le nuove stazioni, con negozi e ristoranti (tanto). Personale a bordo? Hai bisogno di 50 persone per controllare i biglietti e guidare un mezzo semiautomatizzato? Non è l'A380. Che Alptransit non sia completo è un dato di fatto, ma la colpa non è mica di gestisce le infrastrutture ferroviarie, bensì della mancanza di volontà politica. Le FFS, ti rammento, non sono il Consiglio federale né il Parlamento.

Meno 7 anni fa su tio
Onestamente...spostare le officine a Bodio non mi sembra una cattiva idea. Ormai le officine a Bellinzona, in città, non hanno senso... sono terreni che potrebbero essere sfruttati meglio, tipo per attività commerciali o appartamenti.... in più il trasferimento aiuterebbe zone che economicamente sono un po in difficoltà.

matteo2006 7 anni fa su tio
È evidente che le FFS vogliono vendere quel terreno che vale milioni, in pieno centro Bellinzona, in una zona particolarmente comoda per la stazione e visto che arriva alptransit c'è spazio per diversi appartamenti e hotel; non sono riusciti a chiuderle allora stanno pensando allo spostamento e ci può anche stare non sarebbe poi così una cosa sbagliata. Anche spostarle a Castione potrebbe essere una cosa molto interessante, a fianco della stazione c'è diverso terreno che potrebbe fare al caso.

Meridiana 7 anni fa su tio
Le varianti (alla bernese) sono vane e inutili e costano solamente inoltre creano malcontento e disorientamento ! Ma purtroppo l'EGO dei Manager ... moderni e quello di farsi valere come Grandi Inventori ... e non vogliono accettare che NON sono statio loro ad inventare l'acqua calda ! Vino vecchio in botti nuove ! Si buttano capitali, ma il prodotto è sempre lo stesso. Si potrebbe citare molte altre azioni del genere. Quello che è sicuro è che le FFS sono un impresa infallibile perché statale ! Buoan giornata

francox 7 anni fa su tio
Risposta a Meridiana
Anche la Swisscom era statale, si chiamava PTT. Guarda ora come si comporta....
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