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STRAGE DI SYDNEYHa fermato da sola il killer, «la poliziotta è un'eroina»

14.04.24 - 10:49
L'autore della strage in un centro commerciale di Sydney, con sei morti e otto feriti, era un 40enne con problemi di salute mentale.
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Fonte SDA/Sydney Morning Herald
Ha fermato da sola il killer, «la poliziotta è un'eroina»
L'autore della strage in un centro commerciale di Sydney, con sei morti e otto feriti, era un 40enne con problemi di salute mentale.

SYDNEY - Il 40enne autore della strage di ieri nel centro commerciale Westfield Bondi Junction di Sydney, in Australia, soffriva di malattie mentali, era già noto alle forze dell'ordine e «niente» suggerisce che sia stato «guidato da una particolare motivazione ideologia o di altro tipo». Lo ha reso noto il vicecommissario della polizia del Nuovo Galles del Sud, Anthony Cooke.

«La poliziotta è un'eroina» - A salvare i clienti del centro commerciale ci ha pensato un'agente di polizia donna, Amy Scott, che, in servizio nel luogo della strage, ha inseguito l'attentatore e gli ha sparato al petto quando l'uomo ha cercato di accoltellare anche lei. L'agente secondo i testimoni aveva intimato con molta calma allo squilibrato di mettere giù il coltello. Ma l'assassino ha cercato ferire anche lei, che ha dunque sparato uccidendo l'uomo.

In pochi minuti la sua foto, mentre blocca l'attentatore, ha fatto il giro del web e in rete c'è già chi chiede che le venga conferito l'Ordine di Australia, una delle massime onorificenze nazionali. «È certamente un'eroina: non c'è alcun dubbio che il suo coraggio abbia salvato molte vite umane», ha commentato a caldo il premier australiano Anthony Albanese.

«Aveva un coltello e non si sarebbe fermato - ha raccontato un testimone ai media australiani - Stava avanzando verso di lei e correva, per andare a colpire qualcun altro. Sono felice che lei l'abbia preso perché se non l'avesse fatto, avrebbe pugnalato anche lei».

La Scott è «soddisfatta di quello che ha dovuto fare», ha detto al Daily Telegraph il presidente dell'Associazione di polizia Kevin Morton. E ancora, «le ho parlato ieri sera (sabato) e di nuovo stamattina, e lei ha detto: "È stata una notte senza molto sonno"».

Cos'è accaduto - Per chi ancora non lo sapesse, nel primo pomeriggio (mattina in Svizzera) di ieri (sabato) un uomo di una quarantina d'anni ha accoltellato a morte sei persone, cinque donne e un uomo, e ne ha ferite altre otto, tra cui un neonato di nove mesi, colpito allo stomaco.

Come deto, solo il coraggio di una agente di polizia, che lo ha prima bloccato e poi colpito a morte, ha fatto sì che il bilancio della tragedia non fosse ancora più pesante. Secondo gli inquirenti, non si tratterebbe di un attentato terrorista: dalle prime testimonianze l'aggressore, già noto alla polizia, avrebbe agito da solo, attaccando le sue vittime in modo casuale, senza alcun movente ideologico.

Tutto è accaduto verso le 15.30 locali dentro il popolare shopping center, in quel momento molto affollato: l'aggressore, con addosso una maglietta nera e gialla di una squadra del campionato australiano di rugby e calzoncini sportivi, è uscito dal centro per poi rientrare poco dopo con una grande lama tra le mani, muovendosi con calma glaciale.

«Camminava come se stesse mangiando un gelato nel parco», ha raccontato un testimone a una tv locale. Quindi, all'improvviso, ha iniziato a pugnalare chi gli stava vicino, in modo assolutamente casuale, provocando il panico generale. Secondo alcune testimoni, tra i corpi rimasti a terra, ci sarebbero quelli di due uomini della sicurezza. In preda al terrore centinaia di persone hanno cominciato a urlare e a correre per cercare riparo nei negozi o in qualsiasi angolo sicuro.

Fino all'arrivo della poliziotta.

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