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ROVEREDO (GR)L'ex sindaco di Roveredo agli “arresti domiciliari” a Brescia: «Sono addolorato»

06.05.24 - 09:05
Era rimasto coinvolto in un incidente mortale lo scorso 11 febbraio. Ora ha lasciato il carcere di Monza, ma non può rientrare in Svizzera.
Foto Vigili Del Fuoco
L'ex sindaco di Roveredo agli “arresti domiciliari” a Brescia: «Sono addolorato»
Era rimasto coinvolto in un incidente mortale lo scorso 11 febbraio. Ora ha lasciato il carcere di Monza, ma non può rientrare in Svizzera.
«Sono una persona onesta, non scappo dalle mie responsabilità», racconta. Intanto l'inchiesta procede. E per il mesolcinese potrebbero esserci diverse attenuanti.

ROVEREDO (GR) - Ha lasciato il carcere preventivo a Monza l'ex sindaco di Roveredo Grigioni coinvolto in un incidente stradale mortale la notte dello scorso 11 febbraio ad Agrate Brianza. Nello schianto tra due furgoni, lo ricordiamo, morì un uomo di 62 anni. Per lo svizzero invece il breve ricovero all'ospedale San Raffaele di Milano e in seguito il trasferimento in carcere. L'uomo ora si trova agli "arresti domiciliari" in un appartamento in provincia di Brescia.

«Ho vissuto l'inferno» – «Nel carcere di Monza ho vissuto l'inferno – racconta a tio.ch –. Ora mi trovo qui, da solo. E questa solitudine mi fa un po' paura. Sono molto dispiaciuto per quello che è capitato quella notte. Alcune cose però le voglio chiarire: non avevo alcol nel sangue, tossicologicamente ero pulito, avevo la cintura allacciata e viaggiavo a meno di 40 chilometri all'ora. Pioveva fortissimo, la visibilità era estremamente ridotta. Questo non significa che io non ammetta i miei errori».

Perché Brescia – Essendo l'incidente verificatosi su suolo italiano, è stata la magistratura di Monza Brianza a stabilire i passi successivi secondo la legge italiana. La stessa magistratura ha preteso che il mesolcinese, in attesa che la vicenda sia definitivamente chiara, trovasse una collocazione a una determinata distanza dal confine rossocrociato. La scelta è in seguito caduta su Brescia, con un appartamento preso provvisoriamente in affitto.

«Sono un essere umano» – «Temevano che fuggissi – spiega il mesolcinese –. Ma perché dovrei farlo? Sono una persona onesta, trasparente. Addolorata per quanto successo. Mi è spiaciuto leggere e sentire certe cose su di me attraverso i media. Sono un essere umano. In un certo senso mi sono sentito anche un po' abbandonato dalla Svizzera».

I contorni del dramma – L'inchiesta nel frattempo è ancora in corso. E le varie perizie non sono ancora state tutte depositate. Piano piano si stanno delineando i contorni del dramma. E sembrerebbero esserci attenuanti importanti in favore della posizione del mesolcinese. Soprattutto nessuna aggravante.

«Mi sono sempre assunto le mie responsabilità» – L'ex sindaco di Roveredo su questi dettagli non si esprime. «Io mi sono sempre assunto le mie responsabilità nella vita – conclude –. Lo farò sicuramente anche stavolta».

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