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LUGANO«Cocaina ovunque e la consuma la gente più insospettabile»

22.04.24 - 08:03
Samuele C., 28 anni, è uscito dal tunnel della droga. In "Scacco alla regina bianca" racconta il suo viaggio all'inferno e la sua rinascita.
Ti-Press (archivio)
«Cocaina ovunque e la consuma la gente più insospettabile»
Samuele C., 28 anni, è uscito dal tunnel della droga. In "Scacco alla regina bianca" racconta il suo viaggio all'inferno e la sua rinascita.

LUGANO - La cocaina l'aveva trascinato in un vortice senza fine. Per pagarla, tralasciava tutto il resto. Maturando debiti a non finire. È la storia di Samuele C, 28enne del Luganese che si racconta in "Scacco alla regina bianca" (Fontana Edizioni), presto in libreria. Tio.ch ha intervistato Samuele.

"Scacco alla regina bianca". Perché non scacco matto?
«Perché le dipendenze sono subdole. Ci devi convivere forse per tutta la vita. Devi costantemente impegnarti per non ricadere. Attualmente mi trovo in comunità, nel canton Friborgo. È da un anno che sono qui. Presto uscirò. E piano piano cercherò di ritrovare la normalità».

Il primo incontro con la cocaina?
«Avevo 17 anni. Ero molto ribelle. L'ho provata come si provano tante altre cose. La consumavo saltuariamente quando uscivo con gli amici. Non vedevo il consumo come un problema. Potevo anche starne senza all'epoca. Ho provato anche altre sostanze. Non mi hanno mai dato problemi. La cocaina sembrava una cosa cool e basta».

E quando ti sei accorto che stava diventando una dipendenza?
«Fino a 25 anni la consumavo ogni tanto. Non mi sentivo schiavo di questa sostanza. Poi ho avuto un mix di problemi: con una scuola, sul lavoro e anche nella vita sentimentale. È a quel punto che ho cominciato a consumare cocaina tutti i giorni. Sono andato avanti così per tanti mesi».

Come te la procuravi?
«È facilissimo. Si trova dappertutto. Col passaparola in particolare. In Ticino ci sono dei posti conosciuti dove si compra e si vende. Vai lì, entri in contatto con le persone "giuste", ti scambi il numero e così via. Fissi un appuntamento dopo l'altro».

La cocaina è cara.
«Più dell'oro. Per comprarla dilapidavo tutto quello che avevo dalla disoccupazione. E in parallelo non pagavo le fatture. I precetti esecutivi si moltiplicavano».

Chi sono gli spacciatori?
«Gente in assistenza. Nullatenenti. Nella maggior parte dei casi sono persone che a loro volta hanno una dipendenza».

E chi sono i consumatori?
«C'è un sacco di gente insospettabile. Avvocati, organizzatori di eventi, proprietari di locali. Persone benestanti che vivono una vita stressante e che cercano nella droga qualcosa per reggere le tensioni della loro esistenza. Spesso hanno famiglia. Ma la famiglia non sa nulla. Sono "bravi" a nascondere».

Cosa cercavi tu nella cocaina?
«Sollievo. Spensieratezza. Volevo sentirmi forte. In un primo momento ti senti onnipotente. Poi subentrano gli effetti collaterali. Attacchi d'ansia, paranoia estrema, disinteresse per tutto, sfiducia. È lì che parte il circolo. Per stare meglio poi cerchi altra droga. Sempre di più. Il tuo corpo la richiede di continuo».

A un certo punto hai chiesto aiuto. Come è andata?
«Io sono una persona ambiziosa. Mi guardavo allo specchio e non mi riconoscevo. Non volevo quella vita. Un giorno di circa due anni fa mi sono avvicinato a mio padre. E gli ho detto quello che lui non avrebbe mai immaginato. È un uomo severo. Rigido. E proprio per questo sono andato prima da lui. Sapevo che non avrebbe lasciato correre, sapevo che si sarebbe mosso».

E poi?
«Inizialmente c'è stato il ricovero nel reparto psichiatrico di un ospedale. La parola comunità mi faceva paura. E forse dentro di me pensavo di cavarmela così. Se ce la faccio in ospedale a non consumare, perché non avrei dovuto farcela fuori? Questo era il mio ragionamento. Ed effettivamente per un certo periodo, dopo il mio ritorno a casa, è andata bene. Fino al giorno in cui, casualmente, mi sono rotto il menisco».

Un episodio anche banale.
«Da lì in poi ho ripreso a consumare cocaina. Più di prima. Stavo di nuovo finendo nel baratro. A quel punto ho di nuovo chiesto aiuto. Stavolta ne ero convinto, inutile mentire a me stesso: la comunità era l'unica via. Sono partito, ho lasciato il Ticino. E forse è stato un bene. Perché quando devi superare certi fantasmi è meglio stare lontani dal contesto in cui si sviluppano. Non so se tornerò. Forse. Al momento sono felice qui».

Ti fa paura quanto hai vissuto?
«Sì. Allo stesso tempo penso che poche altre cose mi potranno scalfire dopo questa esperienza. Ho cominciato a scrivere in ospedale. Avevo il caos nella testa. L'80% di quanto si legge in "Scacco alla regina bianca" è praticamente in presa diretta. C'è tanta sofferenza dietro. In comunità vedo ragazzi di 15 anni che consumano già droghe pesantissime. Sono consapevole che questo libro potrebbe essere utile ad altre persone. Ed è qualcosa che mi scalda l'anima».

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COMMENTI
 

annaesse 1 sett fa su tio
Grande!

Emib5 1 sett fa su tio
Sbaglio o questa mattina c'era un commento che faceva il nome di un noto cosumatore luganese di coca, era cosa nota visto che per questo fu condannato, commento che miracolosamente è poi sparito?

Autore 1 sett fa su tio
Risposta a Emib5
Salve, qui non mi risultano commenti cancellati, almeno non da noi. Buona giornata e grazie di leggerci, saluti la redazione

cippalippa 1 sett fa su tio
É ormai una piaga sociale,crack e coca a fiumi e spaccio alla luce del giorno nel nostro ridente cantone,la criminalita sempre un passo avanti,e la politica o fa finta di non vedere o peggio non ci vede.Un consiglio mi permetterei di darlo a questo ragazzo... quello di non tornare.

Pincopallinopinco777 1 sett fa su tio
Per me dovrebbero legalizzare tutto e che sia gestito dallo stato così ci sono i soldi nelle casse che così pagano l avs e non a spender soldi per finanziare le guerre perché li aiuti coi soldi e bombe li però non cie probblema i soldi ci sono usando tasse di tasse già pagate e ti ritassano è tutta una truffa legale

Siamo alla canna del gas 1 sett fa su tio
Complimenti a questo ragazzo che ha avuto il coraggio di raccontarsi e di cambiare "stile di vita", peccato solo che siano veramente pochi anzi pochissimi a fare queste svolte. Spacciatori in assistenza o consumatori in assistenza è il colmo, ma la colpa è dello Stato che da loro i soldi per acquistare questa m...... per poi rivenderla o consumarla. Siamo dovuti andare a votare per dare la 13a AVS a chi ha lavorato tutta una vita, mentre mensilmente si continua a mantenere tossici nullafacenti per spacciare e/o farsi. Senza poi contare che tanti di questi personaggi danno i propri appartamenti (pagati dai contribuenti) a spacciatori albanesi in cambio di dosi.

ZORBAS 1 sett fa su tio
Risposta a Siamo alla canna del gas
Quale sarebbe la tua strategia?

Siamo alla canna del gas 1 sett fa su tio
Risposta a ZORBAS
Alloggi controllati, spillatico settimanale e tolleranza zero! Oltre che a pulizia di boschi e sentieri. Ce ne sarebbero tante di strategie, ma si preferisce tollerare. Di questi elementi ne abbiamo 2 dove abito, abbiamo provato di tutto per sbatterli fuori, ma USSI non sa dove piazzarli, intanto siamo noi a non dormire e che dobbiamo alzarci alle 6 per andare a lavorare mentre loro si coricano ubriachi e strafatti.

bradipo 1 sett fa su tio
Risposta a Siamo alla canna del gas
La tolleranza zero, dove attuata, non ha ottenuto grandi risultati. Sarò egoista, ma preferisco saperli in assistenza che dietro l'angolo poco illuminato in attesa del mio portafoglio! Oltre allo spillatico sarei per la dose giornaliera: non risolveremmo il problema dei tossici ma daremmo un bel colpo allo spaccio...

Flet 1 sett fa su tio
Spacciatori in assistenza! Siii, casi isolati, come dicono sempre!!

nuska 1 sett fa su tio
cosa dire? bravo se ce la fai ad uscire.

cle72 1 sett fa su tio
Complimenti a questo ragazzo. Nella speranza che la sua esperienza e il suo libro che la racconta, possa essere utile. Potrebbe parlarne nelle scuole. Ora può veramente aiutare.

IoMeMoi 1 sett fa su tio
Risposta a cle72
Esattamente e potrebbero proporre libri, come questo, come letture scolastiche.
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