Anche in Ticino gli interventi per mettere in salvo questi animali possono comportare, non in ogni caso, una richiesta di rimborso.
VEVEY - L'immagine del pompiere che salva il gatto incastrato sull'albero sta lentamente svanendo. Ne è testimone una residente di Vevey: «Stavo andando al lavoro quando ho visto un gatto bloccato su un ramo», racconta. «Miagolava dalla paura. Sono rimasta con lui per 20 minuti, ma non è stato in grado di scendere da solo».
La priorità alle missioni di base
La chiamata al 118 è stata una doccia fredda: «Mi hanno detto che avrei dovuto pagare tra i 500 e i 1000 franchi, altrimenti non sarebbero intervenuti. Ovviamente non avevo tutti quei soldi e ho lasciato perdere». La sua disavventura, raccontata su Facebook, non ha mancato di suscitare reazioni. «Una volta lo facevano gratis, ma ora vogliono i soldi», si lamenta un residente di Friburgo.
Dal 2015 la Coordinazione svizzera dei pompieri raccomanda ai comuni e ai cantoni di concentrarsi sulle loro missioni principali: incendi, inondazioni e crolli di edifici. Tutto il resto è un bonus e i servizi dovrebbero essere «fatturati in modo trasparente». Anche se l'idea non è quella di scoraggiare l'ingresso nel settore.
Interventi rari
È importante ricordare che «il 98% dei pompieri sono volontari e il loro numero è in continua diminuzione», spiega l'associazione sicurezza Riviera (ASR). I pompieri lasciano il posto di lavoro o il letto per venire in soccorso ai cittadini o agli animali». Su un forum dedicato ai pompieri, un volontario di Ginevra concorda: «Sono stufo di alzarmi di notte per salvare un gatto o un coniglio incastrato in un'asse del pavimento. Se mi chiamano per questo preferisco lasciare il mio posto ad altri».
Fortunatamente è raro che i pompieri intervengano per casi del genere. Nella maggior parte delle città della Svizzera francese si registrano appena un paio di casi all'anno.
In Ticino - Cambiando coordinate, anche al centralino dei pompieri di Lugano arrivano le chiamate più strane. E l’intervento, se sussistono determinati requisiti, scatta. Ma attenzione che potrebbe anche scattare la richiesta di risarcimento per l’operazione effettuata.
«Può capitare - dice Mirko Domeniconi vice comandante pompieri Lugano - Noi, chiuso l’intervento, inviamo infatti tutti i dettagli di quanto fatto agli uffici preposti del Cantone. Saranno loro, in certi casi, a emettere la richiesta di pagamento che potrà variare in base agli uomini impiegati e ai mezzi coinvolti. Difficile però quantificare l’ammontare».
«Il più delle volte, nella mia esperienza, il gatto, magari dopo del tempo, riesce da solo a scendere. Ovviamente è il proprietario, preoccupato, che ci contatta e noi, dopo aver chiesto indicazioni e verificato la reale necessità, agiamo. E allora sarà possibile che venga emessa la richiesta di rimborso». Ma quante chiamate arrivano al centralino? «Per i gatti non sono molte, direi una mezza dozzina all’anno - aggiunge Domeniconi - Sicuramente di più quelle per i rettili. Spesso magari c’è chi per strada pensa di vedere una vipera e allarmato ci chiama. Ma il più delle volte sono falsi allarmi. Sono comunque sicuramente di più le chiamate per dei rettili, per serpenti scappati dalle teche in cui sono tenuti», racconta il vicecomandante che spiega come solitamente «è nostro compito intervenire. A patto che non si tratti proprio di situazioni limite. Ricordo una volta che ci contattarono perché erano stati scoperti, nel sottotetto, dei ghiri. Ma tale fattispecie non è tra le nostre competenze, essendo animali selvatici, e così ci siamo limitati a indirizzarli verso gli uffici idonei».
E infine un invito. «Valutate la reale situazione prima di contattarci. Non solo per il rischio di un eventuale risarcimento ma anche perché è necessario che si intervenga laddove c’è reale bisogno. Ricordo una volta in cui venimmo allertati per la fuga di un pappagallo che si era poi fermato su un albero. Inutile dire che quando intervenimmo, ci avvicinammo con la scala e l’uccello, spaventato, se ne volò via», ricorda il vicecomandante.