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SVIZZERAVolevano lanciare una bomba sul Gay Pride di Zurigo, a processo due sorelle jihadiste

02.05.24 - 21:45
Tutto inizia nel 2015. Si voleva colpire la sede dell'Onu a Berna e il Gay Pride di Zurigo nel 2017
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Fonte Tagblatt
Volevano lanciare una bomba sul Gay Pride di Zurigo, a processo due sorelle jihadiste
Tutto inizia nel 2015. Si voleva colpire la sede dell'Onu a Berna e il Gay Pride di Zurigo nel 2017

BELLINZONA - Comincerà martedì 7 maggio davanti al Tribunale penale federale il processo a carico di due sorelle del Canton Vaud accusate, a vario titolo, di essere filo Isis e di aver operato per pianificare degli attentati terroristici sul suolo svizzero.

La storia - Le due donne si recarono clandestinamente nello Stato Islamico in Siria nel febbraio del 2015. La più giovane delle due, una cittadina tunisina con permesso di soggiorno C, aveva all'epoca 42 anni. Insieme a lei, verso la Siria, c'era anche il figlio e l'altra sorella, 45enne, cittadina svizzera. Tre giorni dopo essere entrati nel Paese, l'intenzione era di rientrare in Svizzera ma l'IS trattenne i tre in Siria per 40 giorni pensando, in un primo tempo, si trattasse di spie. A fine marzo 2015 il trio rientrò in Svizzera in aereo.

L'arresto - Le sorelle vennero poi arrestate nel settembre 2017 e trascorsero due mesi in detenzione preventiva. Ora saranno processate con l'accusa di aver sostenuto l'organizzazione terroristica IS. Reato per il quale sono previste pene detentive fino a cinque anni.

L'accusa - Secondo l'atto d'accusa, durante il soggiorno in Siria le sorelle avrebbero progettato un attentato contro l'ONU in Svizzera. Si sarebbero anche recate in Siria per imparare a costruire una bomba, con l'obiettivo di farla esplodere al Gay Pride di Zurigo. Le sorelle avrebbero rivelato le loro intenzioni a una donna francese incontrata in Siria. Le due imputate negano però tutto.

I dati - Secondo i servizi segreti federali, il rischio di attentati a sfondo jihadista in Svizzera è elevato. Il Ministero pubblico della Confederazione sta attualmente conducendo circa 100 procedimenti in materia di reati di terrorismo. Si tratterebbe principalmente di reati legati al jihadismo. Il numero di casi è aumentato significativamente negli ultimi due o tre anni.

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