La denuncia arriva da alcuni feriti gravi che si trovavano all'aeroporto di Zaventem il 22 marzo 2016
BRUXELLES - A un anno dagli attentati di Bruxelles, la maggior parte delle 1361 vittime tra morti e feriti aspetta ancora di ricevere gli indennizzi promessi dallo stato belga. La denuncia arriva da alcuni feriti gravi che si trovavano all'aeroporto di Zaventem il 22 marzo 2016, come Karen Northshield che, invalida da quel giorno non ha mai più potuto lasciare l'ospedale, o l'ex giocatore di basket Sébastien Bellin, colpito a una gamba.
"Attualmente la legge belga non permette una compensazione per una lunga durata" e "l'ammontare unico proposto dall'assicurazione dell'aeroporto è vergognosamente insufficiente", afferma Karen alla tv Rtbf, oggi 31 anni e da 12 mesi inchiodata in ospedale, dopo oltre 20 operazioni e molte altre ancora in prospettiva.
Nell'esplosione a Zaventem ha perso l'uso della gamba sinistra, buona parte dell'udito e da allora è senza stomaco, nutrita artificialmente. "Avrei bisogno di un finanziamento forse a vita, se non sono in grado di lavorare", spiega pacata la ragazza, che ha anche le mani e gli avambracci segnati dalle cicatrici, "spetta al governo darmi una compensazione, è loro responsabilità ora".
L'ex cestista Sébastien è consumato dalla rabbia: "Ci parlavano di pensioni, di statuto speciale... ma oggi sono cose che ancora non esistono, ci sentiamo completamente abbandonati", ha detto al quotidiano 'La Dernière heure'. L'uomo ha subito già otto operazioni alla gamba, la sua anca è stata spazzata via dall'esplosione della bomba, e ancora non sa se potrà farcela senza o avrà bisogno di una protesi. Finora non ha ricevuto nessun sostegno finanziario dal Belgio.