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ti.mammeGenitori sotto esame: i giudizi non mancano mai

14.06.23 - 08:00
Giudicare mamme e papà è un’abitudine diffusa figlia delle etichette sociali
Depositphotos (Tverdohlib.com)
Genitori sotto esame: i giudizi non mancano mai
Giudicare mamme e papà è un’abitudine diffusa figlia delle etichette sociali

Tra le categorie di persone spesso soggette a giudizio altrui ci sono anche i genitori. A muovere critiche e opinioni giudicanti possono essere in tanti, a cominciare dai figli ai quali fanno seguito parenti, amici e chiunque assurga al livello di detrattore occasionale della categoria. Perché c’è anche chi giudica senza averne titolo e senza nemmeno sapere di che cosa si parli, visto che genitore non è. Ma perché giudicare un genitore? Perché è più facile sputare sentenze che provare a comprendere le situazioni, è la risposta più immediata. Un bambino che fa i capricci o si ribella non deve essere necessariamente un maleducato: è vero che assorbe gli esempi che riceve, ma è anche vero che sviluppa la propria personalità che nulla ha a che vedere con quanto gli viene insegnato. Eppure è facile bollare con un giudizio negativo i genitori e il loro compito male assolto. I commenti sono simili a sentenze senza appello che creano preconcetti e maldicenze e affibbiare a qualcuno una nomea falsa è odioso almeno quanto il comportamento di chi la divulga.

A ogni figura genitoriale la società ha conferito un’etichetta, dalle mamme pancine a quelle elicottero, passando per il genitore pigro: definizioni nate sull’onda di un atteggiamento o di un modo di comportarsi che spesso non si ha nemmeno il buon gusto di osservare completamente. Un’occasione diventa base per un giudizio definitivo per il quale non ci si scomoda nemmeno a capire cosa possa esserci dietro quel comportamento. Eppure un genitore, mamma o papà che sia, è semplicemente una persona, al pari di chi sale sul piedistallo ed elargisce giudizi. E ogni genitore è alle prese con la sua missione educativa e formativa per la quale si sforza di fare il meglio e rendere i propri figli a loro volta persone complete. Il passo falso è inevitabile e non merita la gogna sociale per mano di chiunque. Ogni mamma sarà sottoposta alla valutazione non richiesta di chi sarà pronto a criticarla se torna al lavoro dopo la maternità o se non ha i pavimenti di casa sempre lucidi, ogni papà sarà giudicato per le troppe ore trascorse al lavoro o per essere arrivato tardi alla recita della propria figlia.

È una sorta di esame continuo, una storia della quale si pretende di conoscere tutto senza avere informazioni. Per ogni tipo di genitore la società ha creato delle etichette e, a seconda del proprio modo di fare e di crescere i figli, ogni mamma e ogni papà verranno fissati sotto una di esse ritrovandosi a essere qualcosa che nulla ha a che vedere con la propria storia e il proprio percorso. Fermo restando che nessuno dovrebbe sentirsi in dovere di esprimere opinioni, se proprio si deve aprire bocca sarebbe preferibile farlo disponendosi a un confronto con i diretti interessati affinché possa esserci un costruttivo scambio di idee e opinioni, utile a trarre spunto per sostenersi e comprendere. Raccontarsi e ascoltarsi diventa così il modo migliore per conoscere invece di impettirsi pronunciando un giudizio infondato che finisce per umiliare chi prova solo a fare del proprio meglio. Sì, è vero: esistono anche casi in cui il giudizio superficiale inquadra correttamente una situazione, ma quella è un’altra storia ed è frutto di probabilità.

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