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LUGANOI Fast Animals and Slow Kids arrivano a Lugano

25.04.24 - 06:30
Il tour europeo della band italiana fa tappa allo Studio Foce venerdì 26 aprile
IMAGO / Independent Photo Agency Int.
Fonte GC Events
I Fast Animals and Slow Kids arrivano a Lugano
Il tour europeo della band italiana fa tappa allo Studio Foce venerdì 26 aprile

LUGANO - Lo Studio Foce di Lugano ospiterà venerdì 26 aprile dalle 20.30 una tappa del tour europeo dei Fast Animals and Slow Kids.

La band italiana, nota anche come FASK sta attraversando il Vecchio continente e ora è giunto il momento di Lugano. Aimone Romizi (voce, chitarra, percussioni), Alessio Mingoli (batteria, seconda voce), Jacopo Gigliotti (basso) e Alessandro Guercini (chitarre) iniziano a scrivere canzoni nel 2008, anno in cuo muovono i primi passi nei locali della loro regione, l'Umbria.

Grazie ai loro primi concerti, coinvolgenti ed energici, la band, che sceglie il nome ispirandosi a una gag de "I Griffin", viene ingaggiata come opening act di band nazionali e internazionali che in quegli anni si trovavano a passare dalla loro città, Perugia. I FASK sono una delle prime band Indie a italiane a registrare il tutto esaurito di oltre tremila persone all’Alcatraz di Milano.

Per i FASK intraprendere il primo tour europeo portando sul palco i brani di “Hybris” e “Alaska”, a 10 anni dalla loro release, ha un fortissimo legame con quei giorni del 2013 e 2014. Anni dei tour in furgone, in cui partire per una serie di date lontane da casa era l’unica ragione di vita e forse l’unico modo per affrontarla a testa alta. «"Hybris" e "Alaska" sono pezzi di quella vita là: provini registrati sussurrando a notte fonda "non c’è più speranza" in un ostello di Brescia, la E45 in furgone stretti tra le custodie delle chitarre e qualche sacca sportiva piena di vestiti sgualciti, ore ed ore al banchetto del merchandising a cercare di capire se avessimo suonato bene, parlando con chiunque volesse parlarci a fine concerto. Tutto questo per noi è incancellabile. È la radice dalla quale sono emersi gli alberi che siamo ora».

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