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CANTONE"Teatrino al limite dell'accettabile"

13.03.14 - 19:28
Aumento tasse ai frontalieri e notifiche allo sportello per i padroncini, Cavalli critica il Parlamento cantonale: "Ci mancano solo i forconi e la dichiarazione di guerra all'Italia"
Foto composizione Tipress (archivio)
"Teatrino al limite dell'accettabile"
Aumento tasse ai frontalieri e notifiche allo sportello per i padroncini, Cavalli critica il Parlamento cantonale: "Ci mancano solo i forconi e la dichiarazione di guerra all'Italia"

BELLINZONA - "Il teatrino a cui stiamo assistendo in questi giorni in Gran Consiglio ticinese è al limite dell'accettabile. Manca soltanto che arrivino i forconi e dichiarino guerra all'Italia e poi abbiamo visto tutto". Raggiungiamo telefonicamente Franco Cavalli mentre è in compagnia di una delegazione della deputazione venezuelana a Berna. L'oncologo ticinese è preoccupato per il clima di tensione che si respira in Ticino e che, di riflesso, si è manifestato ieri nel parlamento cantonale.

In Ticino si respira aria pesante. Schiacciato dalla concorrenza italiana, dall'esplosione del numero di padroncini e distaccati, dall'aumento costante di lavoratori frontalieri, incompreso e ignorato dalla Confederazione, il Cantone politico sta cercando di dare delle risposte ad una popolazione che, il 9 febbraio, ha votato massicciamente "Sì" all'iniziativa UDC contro l'immigrazione di massa. In aula ieri i deputati hanno votato l'abolizione delle notifiche online per padroncini e distaccati e l'aumento delle imposte alla fonte ai lavoratori frontalieri.

Per quest'ultima decisione sarà il governo a stabilire il coefficiente d'imposta. L'UDC lo avrebbe voluto subito al 100%, ma il Parlamento ha preferito delegare al Governo la decisione sulla aliquota.

Strano: i partiti del "meno tasse" alleati con i socialdemocratici per aumentare le tasse ai lavoratori. E i datori di lavoro non devono passare alla cassa per risanare le finanze cantonali? E' l'ex consigliere nazionale Franco Cavalli a farsi portavoce di questa anomalia: "Invece di prendersela con i responsabili veri, che sono i datori di lavoro, ecco che, sfruttando questa atmosfera al limite dell'isteria, ci si scaglia contro i più deboli".

E sulla questione dell'accordo sui frontalieri del 1974, che il Ticino vorrebbe abrogare, Cavalli lancia il monito: "Si sta perdendo il senso della misura e la capacità di individuare l'origine dei problemi. Qui si rischia l'autogoal. E' vero, il vecchio accordo non è più attuale. Ma con un nuovo accordo non è detto che alla fine il Ticino ci guadagni, anzi. Il rischio è di perderci. Questo perché, nel momento in cui ci si siederà al tavolo delle trattative, gli italiani potranno, per fare un esempio, mettere sul tavolo la questione dei medici e del personale infermieristico. L'Italia potrebbe rimproverare alla Svizzera di attuare il numerus clausus per risparmiare soldi ed allo stesso tempo andare a prendersi i medici all'estero. Sono circa 50-60 i medici italiani di cui abbiamo bisogno ogni anno per far funzionare i nostri ospedali. E se pensiamo che per formare un medico ci vuole mezzo milione di franchi...".

"Bisogna ricominciare a ragionare con la testa e non solo con la pancia" ha concluso Franco Cavalli.

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