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LUGANO"La solidarietà nei confronti delle donne io la intendo così"

21.01.14 - 20:42
Intervista a Umberto Botta, ginecologo ticinese che sostiene il Sì all’iniziativa "Il finanziamento dell’aborto è questione privata"
Foto d'archivio (Tipress)
"La solidarietà nei confronti delle donne io la intendo così"
Intervista a Umberto Botta, ginecologo ticinese che sostiene il Sì all’iniziativa "Il finanziamento dell’aborto è questione privata"

LUGANO - Ieri sera a Democrazia diretta, dibattito politico in onda sul secondo canale della Rsi, Michele Moor, presidente dell'UDC di Lugano, lo ha detto chiaramente: "L'iniziativa non passerà".

Nessuno in Svizzera scommetterebbe un soldo bucato sulla vittoria dell'iniziativa popolare "Il finanziamento dell'aborto è una questione privata". Non solo il Consiglio federale si è espresso per il "No" all'oggetto in votazione. Il PPD (a parte il PPD in Ticino che ha dato libertà di voto ai suoi elettori), le chiese, il movimento sì alla vita hanno sostanzialmente, pur con diverse sfumature e argomentazioni, voltato le spalle a chi chiede che l'interruzione di gravidanza non sia coperta dall'assicurazione obbligatoria.

Anche se ormai è tutto deciso questa iniziativa ha comunque avuto il pregio di animare un dibattito, quello sull'aborto e la vita, che divide l'opinione pubblica.

La pillola del giorno dopo - Ad Umberto Botta, ginecologo attivo a Paradiso, ci siamo rivolti non soltanto per capire le motivazioni che lo hanno spinto a schierarsi a favore dell'iniziativa ma anche per chiedergli informazioni riguardanti la somministrazione della pillola del giorno dopo, metodo contraccettivo di emergenza che in grandi paesi europei come la Germania, l'Italia e la Polonia è ottenibile soltanto dopo la consultazione di un medico e il rilascio di una ricetta medica. In queste settimane il Governo tedesco sta discutendo su un'eventuale liberalizzazione della pillola del giorno dopo. L'opinione pubblica è spaccata in due. Lo dimostra anche una recente vox populi mandata in onda sulla prima rete pubblica ARD. C'è chi vorrebbe la liberalizzazione, ma tende a prevalere l'opinione di coloro che, nonostante non abbiano nulla contro la pillola del giorno dopo, ritengono importante la prescrizione medica, visti gli effetti collaterali e le controindicazioni.

Ed è su questo tema che abbiamo iniziato la conversazione con il dottor Botta

Dottore, come mai in Svizzera è possibile ricevere la pillola del giorno dopo senza ricetta medica?
“Come tutti i farmaci, la pillola del giorno dopo può presentare degli effetti collaterali ed indesiderati. Di per sé questa è una pillola ben tollerata e gli effetti dannosi non sono così grandi. La donna che necessita di una pillola del giorno dopo deve potervi accedere immediatamente, affinché l'effetto desiderato possa risultare efficace. L'obbligo di consultare un medico potrebbe fare  perdere del tempo prezioso. Questo farmaco deve essere assunto nelle prime 72 ore. Prima viene preso, meglio è. Ed è difficile ottenere una consultazione medica d’emergenza, se non in pronto soccorso, per poter ottenere questo tipo di pillola in tempi brevi. In Svizzera, quindi, si predilige la via più veloce affinché venga facilitata l’assunzione per ottenere un’efficacia migliore.  Questa pillola, come metodo contraccettivo d’urgenza, ha un indice di efficacia abbastanza basso rispetto agli altri metodi contraccettivi esistenti. Devo dire che tra tutti i contraccettivi utilizzati è quello che fallisce di più ed è quello che porta maggiormente a richiedere l’interruzione di gravidanza in un secondo tempo”.

Cosa deve fare una persona che necessita di una pillola del giorno dopo?
"La donna deve rivolgersi in farmacia e consultarsi con il farmacista, il quale si occuperà dell'anamnesi e verificherà che questa pillola possa essere presa. Mi è capitato spesso di ricevere la chiamata del farmacista che chiedeva verifiche e accertamenti per capire se la persona che aveva davanti a sé era idonea all'assunzione di questo tipo di farmaco. Ritengo che questa procedura permette di innalzare l’efficacia di questo trattamento".

Ha mai avuto pazienti che hanno assunto la pillola del giorno dopo e hanno manifestato problemi collaterali?
“No, non ho mai avuto pazienti che hanno avuto degli effetti indesiderati o collaterali gravi. L'unica constatazione osservata è che la pillola del giorno dopo non sempre funziona. E lo constato abbastanza spesso. Il punto è che la somministrazione della pillola esula dalla nostra sorveglianza visto che viene somministrata al di fuori dagli studi medici e dal controllo medico. Non potendo avere il controllo sulla somministrazione ci risulta impossibile controllarne gli effetti collaterali immediati. Questo perché non sempre la paziente ci viene a dire che l’ha presa e che effetti ha avuto".

Veniamo alla votazione del 9 febbraio. Ormai tutti sono convinti che l’iniziativa non passi. Qual è il suo messaggio?
“Se dovessi lasciare un messaggio per riassumere questa iniziativa mi troverei a dire una cosa: se veramente volessi essere solidale con le donne, lo sarei permettendole di avere il figlio che hanno in grembo, aiutandole nei mezzi per sostenerle e dunque portare a termine la gravidanza. Non mi sento solidale nel fornire i mezzi finanziari per pagare l'interruzione di una gravidanza che desidera solo perché non è abbastanza abbiente per potersela permettere. Non la chiamo solidarietà, ma falso buonismo finalizzato ad incassare consensi politici e mediatici. Purtroppo non passerà questa iniziativa perché le donne hanno paura di perdere una forma di controllo sulla decisione sul loro corpo".

Lei ha conosciuto donne che hanno richiesto l’intervento per interrompere la gravidanza. Non è un intervento a cuor leggero. Difficile stabilire se lascia un segno interiore più profondo l’aborto o portare a termine una gravidanza indesiderata...
“Guardi, noi abbiamo due situazioni: la donna che interrompe una gravidanza “a cuor leggero”, e lo dico tra virgolette. Oppure c’è la donna che, invece, è rimasta incinta, magari anche per un incidente che desidera questa gravidanza ma non può permettersi economicamente di sostenerla. In questa donna la ferita provocata dall’interruzione della gravidanza è enorme. E come ho detto prima sarei più solidale a trovare i mezzi economici per aiutarla ad evitare questa interruzione e questa ferita piuttosto che trovare i mezzi economici per interromperle la gravidanza”.

“ Quello che mi dispiace – ha concluso Botta - è che se noi lasciamo andare alla deriva questa iniziativa lanciamo un messaggio di non interesse verso la vita umana e questo mi dispiace”.

 

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