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UNIONE EUROPEA / CANTONELara Comi porta le "mutande" UDC a Bruxelles

16.04.13 - 18:55
Interrogazione della parlamentare europea sulla campagna democentrista: "Slogan offensivi e inaccettabili nei confronti dei frontalieri"
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Lara Comi porta le "mutande" UDC a Bruxelles
Interrogazione della parlamentare europea sulla campagna democentrista: "Slogan offensivi e inaccettabili nei confronti dei frontalieri"

BRUXELLES - L'europarlamentare italiana del Partito della libertà, Lara Comi, ha presentato alla Commissione europea e al Consiglio un'interrogazione che chiede conto di presunte campagne discriminatorie dell'UDC ticinese nei riguardi dei lavoratori transfrontalieri.

 

"In occasione di recenti consultazioni elettorali, la sezione ticinese dell'Udc, il principale partito elvetico - fa sapere la Comi - ha utilizzato slogan offensivi e inaccettabili nei confronti dei frontalieri che lavorano nel Canton Ticino. Ho pertanto presentato un'interrogazione che chieda conto di queste campagne discriminatorie alla luce anche dei negoziati in corso tra Svizzera e Italia su diverse importanti questioni fiscali. Mi auguro che questa vicenda venga anche sviluppata prossimamente nella nuova commissione speciale per i rapporti con la Confederazione elvetica istituita dalla Regione Lombardia".

 

L'europarlamentare italiana chiama in causa la campagna utilizzata dall'Udc ticinese per il rinnovo delle cariche comunali a Lugano dove è stato utilizzato lo slogan "Rischiamo di rimanere in mutande".

 

I frontalieri italiani, principalmente provenienti dalle province di Varese e Como, sono stati presi di mira in quanto ruberebbero il posto di lavoro agli svizzeri. "Queste campagne nei confronti dei lavoratori transfrontalieri - spiega Comi - ricorrono puntualmente e già in passato sono arrivate delle censure da parte delle istituzioni europee. Oltre a fomentare pregiudizi che rasentano la xenofobia, costituiscono una violazione alla libertà di movimento e alla concorrenza. Ho chiesto pertanto alla Commissione e al Consiglio in che modo vogliano difendere questi principi. Con la Svizzera e il Canton Ticino vogliamo mantenere buoni rapporti: chi fa questo tipo di propaganda dovrebbe rendersi conto che senza i 56 mila frontalieri italiani anche la Confederazione elvetica avrebbe serie difficoltà", conclude Lara Comi.

 

Ats Ans

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