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CANTONEUn migliaio di firme contro il Certificato Covid nelle biblioteche

12.11.21 - 16:39
Il Sisa ha consegnato una petizione sottoscritta da 925 persone.
Sisa
Un migliaio di firme contro il Certificato Covid nelle biblioteche
Il Sisa ha consegnato una petizione sottoscritta da 925 persone.

BELLINZONA - Il Sindacato Indipendente degli Studenti e Apprendisti (SISA) ha consegnato oggi alla Cancelleria cantonale la petizione “No al Certificato Covid nelle biblioteche”, indirizzata al Consiglio di Stato ticinese e corroborata da 925 firme. La petizione chiede all'esecutivo cantonale di togliere il dispositivo del certificato nelle biblioteche cantonali e di fare pressione sul Consiglio federale affinché questo strumento venga revocato per l’intero settore bibliotecario.

Le perplessità del sindacato studentesco trovano la propria origine a partire da constatazioni di principio e di ordine pratico. «Le biblioteche rappresentano il luogo privilegiato della conservazione e diffusione del sapere, in cui studenti e cittadini vi dovrebbero accedere liberamente», sostiene il SISA. Attraverso il dispositivo del Certificato Covid, tuttavia, questo principio d’accesso libero al sapere viene a cadere e si creano in questo modo frangenti della popolazione a cui questo diritto viene privato.

Per quanto invece riguarda la questione pratica, prima dell’introduzione del Certificato Covid, le biblioteche cantonali erano accessibili a tutta la popolazione a condizione che le misure di contenimento previste dal piano di protezione venissero rispettate. Attualmente queste misure sono ancora in vigore: la capacità dello spazio è tuttora ridotta ad un terzo della capienza, la mascherina e la distanza di 1.5 metri è ancora prescritta. «Sembra dunque piuttosto contraddittorio che, nonostante l’obbligo di presentare il Certificato, queste misure continuino ad essere applicate con la sola differenza che le persone senza l’attestato sanitario non possano accedervi liberamente».

Il SISA ritiene che il Consiglio di Stato debba essere il garante dei diritti e in questi termini il diritto allo studio e all’informazione non può essere disciplinato da norme discriminatorie. «Senza voler sollevare polemiche circa le ragioni dell’introduzione del dispositivo del Certificato Covid per accedere nei luoghi pubblici e di cultura, è importante che laddove possono essere garantiti degli standard di protezione dal virus senza l’introduzione del certificato, questo non venga richiesto», sottolinea il sindacato. E questo, per il SISA, è il caso delle biblioteche, in cui i dispositivi di sicurezza permettono la salvaguardia della salute, senza che il diritto allo studio e all’informazione venga compromesso.

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