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CANTONESui permessi anche i Verdi ci vogliono vedere chiaro

08.09.20 - 20:02
Scattano due interrogazioni al Consiglio di Stato: «Qual è la base legale per le perquisizioni»
Archivio Tipress
Sui permessi anche i Verdi ci vogliono vedere chiaro
Scattano due interrogazioni al Consiglio di Stato: «Qual è la base legale per le perquisizioni»

BELLINZONA - Anche i Verdi prendono la parola nella polemica attorno ad alcune dichiarazioni del consigliere di Stato Norman Gobbi, direttore del Dipartimento delle istituzioni, rilasciate negli scorsi giorni a proposito del “giro di vite” sugli stranieri. Il partito lo fa in particolare con un'interrogazione in cui chiede lumi sulle «pratiche senza basi legali, umilianti e non pertinenti riguardo alle procedure dei permessi di soggiorno B e C a residenti stranieri in Ticino».

Per i firmatari dell'atto parlamentare - Nicola Schoenenberger, Cristina Gardenghi, Claudia Crivelli Barella, Marco Noi, Samantha Bourgoin e Andrea Stephani - si tratta di «verificare se le procedura d'inchiesta avviate in questi ultimi anni da parte della Sezione della popolazione siano conformi alle garanzie procedurali nonché abbiano dato seguito ai rimproveri contenuti nelle numerose sentenze del tribunale amministrativo che hanno annullato le decisioni della Sezione della popolazione stessa».

Le domande al Consiglio di Stato:

    • Qual è la base legale su cui si fondano le centinaia di perquisizioni effettuate dalla Polizia Cantonale e dalla Polizia Comunale (fornendone il numero negli ultimi cinque anni compreso il 2020) presso centinaia di titolari di permesso B e di permesso C, senza preavviso, anche il mattino presto, compiendo verifiche in tutti i locali del domicilio, frugando negli armadi e nelle scrivanie e ponendo domande ai presenti che rientrano nella sfera privata personale segreta protetta dalla legislazione federale sulla protezione dei dati?
    • Per quale motivo le informazioni e le dichiarazioni raccolte presso i titolari di permesso B e di permesso C non vengono verbalizzate e sottoposte per la firma alla persona interrogata?
    • Per quale motivo gli interrogatori di titolari di permesso B e di permesso C, che possono durare anche ore, vengono effettuati senza preavviso e senza l’assistenza di un patrocinatore legale? In altre parole, come mai lo Stato tratta i titolari di permessi con meno garanzie rispetto a quanto non faccia con un delinquente?
    • Qual è il tenore delle circolari e direttive interne emanate dal Consiglio di Stato rispettivamente dal Dipartimento delle istituzioni o da altri organi di quest’ultimo allo scopo di adeguare la suddetta prassi della Sezione della popolazione al contenuto delle sentenze del Tribunale cantonale amministrativo dopo che questi aveva annullato numerose decisioni della Sezione della popolazione (p.f. allegare testi integrali)?
    • Per quale motivo la prassi d'inchiesta e decisionale della Sezione della popolazione non è ancora stata adeguata al contenuto delle numerose sentenze del tribunale cantonale amministrativo che ha già annullato numerose decisioni fondate su questa prassi?
    • Come si giustifica l’apparente deviazione dai compiti istituzionali della polizia nelle prassi adottate per gli accertamenti relativi ai rinnovi del permesso B e C?
    • La prassi investigativa e la prassi cantonale di applicazione restrittiva della legge introdotte negli ultimi anni da parte della Sezione della popolazione è stata sottoposta per verifica alle autorità federali che esercitano l’Alta vigilanza sull’applicazione della legislazione federale sugli stranieri?

Una seconda interrogazione dei Verdi si china inoltre su permessi di residenza e di lavoro respinti a persone altamente qualificate. Una prassi «restrittiva introdotta dal Dipartimento delle istituzioni» che mesi fa era stata deplorata anche dalla Camera di commercio del Cantone Ticino e dall'Associazione degli industriali ticinesi.

Nell'atto parlamentare si parla anche dell'aumento del numero di agenti della polizia cantonale per far fronte all'espansione della criminalità organizzata, della delinquenza economica e della criminalità informatica. Ma che vengono impiegati per appostamenti e verifiche a domicilio su titolari di permessi B e C.

Le domande al Consiglio di Stato:

    • Corrisponde al vero che persino la Camera di commercio e AITI hanno scritto al governo per deplorare «la strategia antistranieri che danneggia lo sviluppo dell’economia ticinese e delle sue imprese»? In caso affermativo, come ha risposto il governo a Cc-Ti e AITI (p.f. allegare testo integrale)?
    • Qual è il tenore delle circolari e direttive interne alla Polizia Cantonale e alle Polizie comunali riguardanti le modalità di verifica della durata e modalità di presenza in Ticino di cittadini e cittadine straniere con permesso B o C negli ultimi cinque anni (p.f. allegare testi integrali)?
    • A quanto ammontano i ricorsi effettuati contro le decisioni della sezione della popolazione negli ultimi cinque anni e in quanti casi tali decisioni sono state annullate dal servizio dei ricorsi del Consiglio di Stato? In quanti casi tali decisioni sono state successivamente annullate dal Tribunale cantonale amministrativo?
    • A quanto ammonta il tempo impiegato, negli ultimi 5 anni, da parte del Servizio ricorsi del CdS per l’evasione dei ricorsi sulle revoche di permessi B e C?
    • Qual è il tenore delle numerose sentenze mediante le quali negli ultimi cinque anni il Tribunale amministrativo del Cantone Ticino ha annullato e dichiarato illegale la prassi instaurata negli ultimi anni da parte del Dipartimento delle istituzioni (p.f. allegare testi integrali anonimizzati)?
    • Corrisponde al vero che controlli e appostamenti vengono fatti, d’ufficio, a tutti i titolari di un permesso B che richiedono un permesso C?
    • Come è possibile, malgrado la prassi usuale dei controlli a tappeto con decine di appostamenti che le dimore fittizie dei manager del gruppo Kering non siano state identificate?
    • Quante giornate sono state impiegate da parte di agenti della Polizia Cantonale e delle Polizie comunali, negli ultimi cinque anni, per verificare se i titolari di permesso B risiedono effettivamente nel cantone Ticino per il numero minimo dei giorni previsti dalla legge?
    • Come si spiega l’importante impiego delle forze di polizia (appostamenti, controlli in casa, interrogatori, eccetera) per procedure che dovrebbero essere appannaggio della Sezione della popolazione?
    • A quanto si stima ammontino i costi relativi alle verifiche per i rinnovi di permessi B e C negli ultimi cinque anni?
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