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CANTONEPerché lo Stato ha tagliato fuori le piccole aziende dai contributi per biciclette aziendali?

30.06.20 - 16:52
Accuse dei Verdi alla decisione di concedere contributi solo alle imprese con più di 10 persone. Scatta l'interrogazione
Tipress
Perché lo Stato ha tagliato fuori le piccole aziende dai contributi per biciclette aziendali?
Accuse dei Verdi alla decisione di concedere contributi solo alle imprese con più di 10 persone. Scatta l'interrogazione

BELLINZONA - È qualcosa di davvero incomprensibile che in piena pandemia lo Stato abbia ristretto la concessione dell'incentivo alle aziende medio-grandi, attraverso la limitazione del sussidio per la realizzazione di posteggi per biciclette e per l’acquisto di biciclette alle sole aziende con più di 10 dipendenti.  Incomprensile lo è soprattutto per i Verdi che proprio su questo tema hanno inoltrato oggi un’interrogazione.

Ma andiamo con ordine. Nel marzo del 2016 il Cantone decise di dare dei contributi per la mobilità aziendale. Ad aprile di quest’anno, quando ormai la pandemia aveva preso il sopravvento e spostarsi con bici elettriche, monopattini e auto elettriche era diventata un’interessante soluzione, ecco che il Cantone ha fatto un passo indietro decidendo che il contributo per le bici aziendali restava valido solo per le aziende con più di 10 dipendenti. 

È le piccole e medie imprese? «È difficile comprendere perché - fanno notare i Verdi -  proprio in un periodo nel quale sarebbe più indicato un sostegno alle piccole imprese e alla mobilità sostenibile, sia stata inserita una modifica che esclude dalla possibilità di usufruire di un importante incentivo più del 90% delle imprese del Ticino».

Le critiche dei Verdi vanno soprattutto alla Sezione della mobilità rea di applicare misure sempre più restrittive per la concessione dell'incentivo, con l’argomentazione che le bici aziendali debbano essere condivise. «Applicando questo criterio - si legge nell’interrogazione -  le biciclette e e-bikes utilizzate principalmente per il percorso casa - lavoro non sarebbero più sussidiabili. È infatti difficilmente immaginabile la condivisione, da parte del personale di un’ azienda, di una bicicletta utilizzata per questo scopo a meno che i dipendenti abitino tutti nello stesso luogo».

Cinque domande al Consiglio di Stato

1. Per quale motivo è stato escluso oltre il 90% delle aziende ticinesi dalla possibilità di beneficiare di un contributo per le biciclette e e-bikes?
2. Come sono cambiate le richieste di contributi da parte delle aziende e la concessione degli stessi da parte del Cantone dall’introduzione del limite dei 10 dipendenti (Art 7 cpv. b del decreto esecutivo), in termini monetari e in numeri assoluti e relativi?
3. Corrisponde al vero che il Cantone concede il contributo per le biciclette per la mobilità aziendale solo se queste ultime sono obbligatoriamente condivise all’interno dell’azienda? In caso affermativo come mai questo criterio non è previsto dal decreto esecutivo concernente la concessione di contributi per la mobilità aziendale?
4. Non ritiene che applicando questo principio si ostacoli  l’utilizzo per i tragitti casa – lavoro, mettendo a repentaglio l’obiettivo ultimo del decreto, ovvero la riduzione del traffico motorizzato sulle nostre strade?
5. Le biciclette sussidiate nell’ambito della mobilità aziendale sono quindi intese per gli spostamenti tra una sede e l’altra di aziende di grandi dimensioni (p.es. campus industriali) o per i tragitti sede aziendale – cliente? Il CdS ritiene che una tale offerta corrisponda alla realtà delle aziende ticinesi e risponda alle loro necessità?

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