Lo chiede un'interpellanza dell'MPS, che critica la gestione del DECS durante la fase acuta dell'emergenza
BELLINZONA - Il Movimento per il Socialismo (MPS) critica le modalità di gestione della scuola durante la fase acuta della pandemia da parte del DECS, che - si legge in un'interpellanza - ha «peccato di verticismo e di una certa “urgenza del fare” senza fermarsi un momento a riflettere» e «senza coinvolgere in modo adeguato chi poi doveva mettere in pratica queste decisioni».
Rivolgendosi al Consiglio di Stato, i deputati Angelica Lepori, Simona Arigoni e Matteo Pronzini ripercorrono le diverse decisioni prese dal Dipartimento di Bertoli durante l'emergenza e chiedono di fare chiarezza sulle modalità di riapertura per l'inizio del nuovo anno scolastico a settembre. «La scuola ibrida è partita e fra poco chiuderà i battenti per le vacanze estive. In tutto questo tempo nulla o quasi è stato fatto per riflettere sulle modalità di riapertura a settembre» scrive l'MPS ricordando le tre ipotesi sul tavolo: scuola a distanza, scuola in presenza o scuola ibrida.
«Tutto e il contrario di tutto», commentano i tre deputati che chiedono all'Esecutivo cantonale un bilancio sulla gestione della scuola durante l'emergenza, nonché di indicare come stanno avvenendo le discussioni in merito alla riapertura delle scuole dell'obbligo dopo l'estate e se esiste un «piano d'emergenza» in caso di una seconda ondata autunnale del virus.
«Se si dovesse andare verso una riapertura mista sulla base di quali considerazioni si decideranno quali materie o attività fare in presenza e quali a distanza?», chiede inoltre l'MPS, che vuole chiarezza anche in merito all'organizzazione dei servizi di mensa, trasporto e doposcuola.
Le domande dell'interpellanza