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CANTONECorsi passerella: «Aboliamo la selezione sociale»

25.05.20 - 08:40
In Gran Consiglio si discuterà anche dei corsi che permettono di accedere all'università.
Ti Press
Corsi passerella: «Aboliamo la selezione sociale»
In Gran Consiglio si discuterà anche dei corsi che permettono di accedere all'università.
La Gioventù Comunista ritiene che il numero chiuso sia un ingiusto strumento di selezione sociale e chiede di abolire il numero chiuso

 

Nella seduta di Gran Consiglio che si terrà da oggi fino al 27 maggio verranno discussi, fra gli altri, anche diversi atti parlamentari depositati dal Partito Comunista negli ultimi anni. Fra questi vi è anche la mozione “Valorizziamo i corsi passerella per accedere all’Università”, che richiede che venga abolito il numero chiuso ai corsi passerella, i quali rappresentano dal 2004 delle possibilità per chi possiede un attestato di maturità professionale di accedere a una esperienza accademica, e che venga proposta tale offerta anche in una seconda sede oltre a quella di Bellinzona, preferibilmente nel Sottoceneri.

Il numerus clausus era stato introdotto soltanto dall’anno scolastico 2010/2011 per “motivi di risparmio”. Per la Gioventù Comunista, questo rappresenta però «un ingiusto strumento di selezione sociale, contrario al diritto allo studio, che dovrebbe essere garantito invece a tutti». La sua abolizione rappresenterebbe dunque uno strumento volto a democratizzare l’accesso agli studi e, unita all’ampliamento dell’offerta, servirebbe anche ad evitare che vi siano lacune nell’offerta formativa pubblica, a cui poi sopperiscono le scuole private. Il corso passerella, inoltre, può essere inteso esso stesso come uno strumento di rimedio alle differenze sociali, promosse già nel corso della scuola pubblica, ad esempio con i famosi livelli esistenti in alcune materie. 

Sempre in relazione al diritto allo studio, durante questa sessione di Gran Consiglio verrà discussa anche la modifica della Legge della scuola, volta a introdurre l’obbligo formativo fino ai 18 anni. La Gioventù Comunista si augura che il Parlamento ticinese accolga le misure sopra descritte «e faccia un giusto passo verso una maggiore democratizzazione dell’accesso agli studi».

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