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CANTONE«La crisi sanitaria non lasci indietro nessuno»

12.04.20 - 08:28
È quanto chiede un’interrogazione presentata dal Partito comunista. «Non è polemica, ma spunti di riflessione»
TiPress - foto d'archivio
«La crisi sanitaria non lasci indietro nessuno»
È quanto chiede un’interrogazione presentata dal Partito comunista. «Non è polemica, ma spunti di riflessione»

BELLINZONA - Tutto il Paese sta lottando contro il coronavirus, nostro cantone compreso. Lo sta facendo in modo unito e solidale. Ed è con questo spirito che il Partito comunista ha inoltrato al Consiglio di Stato un’interrogazione. Quattro domande «come spunti di riflessione per gettare le basi affinché da questa situazione si esca con una società migliore».

Il primo pensiero Lea Ferrari e Massimiliano Ay lo rivolgono alle persone senza fissa dimora e ai migranti. Due “categorie” che possono infatti «trovarsi in situazioni non facili per poter rispettare» le disposizioni di igiene e di distanza sociale. «È possibile garantirne l’incolumità e non farli sentire esclusi in questo momento delicato?».

Anche i comunisti poggiano poi lo sguardo sui prezzi di mascherine e disinfettanti, che oscillano molto in questo periodo. «Non è il caso di imporre temporaneamente un controllo pubblico sulla produzione e il commercio di questi beni?».

Pensando all’economia, al Consiglio di Stato viene poi chiesto se sia «fattibile valutare l’ipotesi di avviare una trattativa con i marchi della grande distribuzione per riversare una parte degli introiti generati dagli acquisti alimentari come fondo per aiutare altri commerci minori invece penalizzati».

Infine, uno sguardo al futuro. «Il Consiglio di Stato ha allestito dei meccanismi di controllo per contrastare gli abusi sul territorio ticinese in merito agli aiuti federali concessi per far fronte alla crisi?» E «BancaStato sta verificando che i crediti concessi tramite fideiussione non vengano utilizzati in modo illecito e che le aziende da lei sostenute non stiano licenziando i propri lavoratori?».

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