Il promotore dell'iniziativa popolare, comunque soddisfatto dell'esito della votazione, intende annunciare ricorso al Tribunale federale
BELLINZONA - L'esito della votazione sull'iniziativa popolare riguardante la legittima difesa è stato più incerto che mai. Tanto che a pochi Comuni dal termine l'iniziativa risultava ipoteticamente accettata dalla maggioranza dei ticinesi.
Il ribaltone finale non ha comunque tolto il sorriso al promotore Giorgio Ghiringhelli. «L'esito tiratissimo - precisa il Ghiro - dimostra che il tema ha suscitato molto interesse, spaccando in due il cantone». Una divisione che ben si nota dai soli 427 voti di scarto (su un totale di 82'079) che alla fine hanno sancito la bocciatura del testo. «È un risultato più che dignitoso se si pensa che avevamo contro il Consiglio di Stato, la maggioranza del Parlamento, il PLR, il PS, I Verdi e una minoranza del PPD», dice orgoglioso Ghiringhelli, che poi punta il dito contro il Governo.
«L'opuscolo informativo allestito dal Consiglio di Stato e distribuito a tutti i votanti conteneva affermazioni che ci hanno danneggiati, perché potevano indebitamente indurre i votanti a respingere l’iniziativa credendola contraria al diritto federale». Per questo motivo - e visto l'esiguo scarto dei voti - Ghiringhelli intende presentare un ricorso al Tribunale federale. «Chiederò di annullare e di rifare la votazione, questa volta con un opuscolo informativo in cui non si affermi in tono perentorio che l’iniziativa “viola il diritto federale"».