L'USS scrive al consigliere federale, chiedendo un incontro e interventi anti-dumping
BELLINZONA/BERNA - «Caro Cassis, in Ticino c'è gente che guadagna 1500 o 2000 franchi al mese». L'Unione sindacale svizzera (USS) prende carta e penna e scrive al consigliere federale ticinese, sul tema del dumping salariale. Una lettera è stata inviata oggi dalla sezione Ticino e Moesa dell'organizzazione, chiedendo a Cassis un incontro e una serie di interventi.
«Il dumping salariale sta provocando gravi conseguenze sulle condizioni di lavoro, in particolare in Ticino. Lo dimostrano le numerose denunce» si legge nella missiva, condivisa con i media. Il problema, rileva l'USS, è più evidente «nei settori non coperti da contratto collettivo di lavoro o da normative pubbliche. In questi casi - si legge - gli stipendi sono spesso bassi, molto bassi».
Il sindacato elenca quindi una serie di strumenti anti-dumping (contratti collettivi di lavoro, salari minimi vincolanti) e invita a introdurre «precise regole» negli accordi con l'Ue. Concludendo con un appello e un invito a «discutere le nostre preoccupazioni» in un incontro di persona. Data da destinarsi.