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CANTONESostegno ai senza tetto, «più ticinesi di quello che si crede»

14.12.19 - 18:39
Giorgio Fonio esprime soddisfazione per lo stanziamento di 900'000 franchi a favore di chi sta vivendo un momento di disagio
Ti-Press
Sostegno ai senza tetto, «più ticinesi di quello che si crede»
Giorgio Fonio esprime soddisfazione per lo stanziamento di 900'000 franchi a favore di chi sta vivendo un momento di disagio

CHIASSO - «La proposta del Consigliere di Stato De Rosa di sostenere concretamente la creazione di nuovi alloggi per persone senza fissa dimora, è la giusta risposta a una difficoltà sociale oggettiva, che tocca molte più persone di quanto si possa immaginare». Con queste parole Giorgio Fonio ha voluto esprimere soddisfazione per la decisione del Parlamento di stanziare 900'000 franchi che serviranno a creare ulteriori 55 nuovi posti letto che si aggiungeranno ai 24 già disponibili a Casa Astra.

Il deputato PPD ha voluto in particolare mettere l’accento sul fatto che chi pensa che in Ticino le persone senza fissa dimora siano solo straniere sbaglia. Fonio riferisce che nel 2019 (dato aggiornato al 31 ottobre 2019) la percentuale di ospiti a Casa Astra residenti in Ticino era del 70 %. 

«Un altro dato allarmante - è stato sottolineato - è quello relativo alla percentuale di donne alloggiate presso la struttura di Casa Astra: nel 2018 le donne che hanno richiesto sostegno alla struttura erano il 25% del totale degli ospiti, mentre nel 2019 il dato al 31 ottobre indica un aumento al 33%».

Sono diversi i motivi elencati che portano a una richiesta di aiuto e sostegno, «il comune denominatore è però spesso il medesimo: un momentaneo periodo di fragilità e disagio che potrebbe mettere in difficoltà ognuno di noi. Ci sono persone che hanno dovuto lasciare il proprio domicilio a causa delle precarie condizioni in cui versava il proprio alloggio, giovani ticinesi che hanno terminato il proprio soggiorno in una clinica, persone allontanate dalla polizia a causa di situazioni di tensione all’interno del proprio nucleo famigliare, piuttosto che badanti che dopo essersi occupate dei nostri anziani hanno terminato il proprio rapporto di lavoro».

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