IL PLRT applaude la conferma di Cassis e critica Verdi e socialisti per aver «voltato le spalle all’unico rappresentante della Svizzera che parla e pensa in italiano»
BELLINZONA/BERNA - La conferma del Consigliere federale Ignazio Cassis, rieletto quest’oggi dall’Assemblea federale, non poteva che rallegrare il PLRT. A sostegno del ministro ticinese, un gruppo di oltre 50 persone partito all’alba dal Ticino ha raggiunto Berna per “farsi sentire” con una “carovana dell’italianità”. Una presenza simpatica e festosa che testimonia la voglia di partecipare e di avvicinare Berna al Ticino.
«La presenza di un rappresentante della Svizzera italiana in Consiglio federale - sottolineano i Liberali Radicali ticinesi - è quanto mai necessaria in questo momento storico e strettamente correlata al tema della coesione». «La Svizzera - si legge nella nota stampa inviata poco dopo l'annuncio della rielezione - si è confermata oggi quella straordinaria “Willensnation” che grazie al federalismo consente la convivenza pacifica e virtuosa tra diverse lingue e culture, tra realtà cittadine, rurali e alpine, tra diverse religioni e sensibilità».
Il seggio di Ignazio Cassis, ricordiamo, era messo discussione dai Verdi e dai Socialisti che ne chiedevano la sostituzione sull’onda del risultato ottenuto alle recenti elezione federali. «Ha prevalso invece - prosegue il PLRT - il rispetto della stabilità del Consiglio Federale nel quale l’azione del Consigliere federale ticinese si è dimostrata particolarmente incisiva in particolare nel voler definire i rapporti con l’Unione europea, il nostro principale partner economico. Su questo tema, particolarmente caro alla popolazione ticinese, è stato finalmente messo sul tavolo un progetto che contiene tutti gli elementi per uscire dall’impasse con i nostri vicini. La popolazione potrà finalmente esprimersi secondo il principio della democrazia diretta che ha sempre permesso alla Svizzera di avanzare insieme trovando soluzioni virtuose».
Il PLRT non esita quindi a definire Cassis quale «emblema dei “buoni uffici” della Svizzera nel mondo». «Numerosi - si aggiunge ancora - sono stati i successi della nostra diplomazia, come il recente intervento per la liberazione di un prigioniero statunitense in Iran, valso al nostro Paese il plauso da parte della comunità internazionale».
La decisione odierna dell’Assemblea federale viene quindi vista come «un chiaro “NO” confederale alla politica del “tutto e subito”». «L’avanzata dei Verdi alle recenti elezioni è evidente - conclude il PLRT - , ma non al punto dallo stravolgere la formula magica che ha fatto la storia del nostro Paese. In questo contesto lascia semplicemente sgomenti che i rappresentanti ticinesi di Verdi e PS abbiano voltato le spalle all’unico rappresentante della Svizzera “che pensa, scrive, parla e sogna in italiano” in governo, facendo strame della rappresentatività delle minoranze in governo sancita dalla Costituzione».