Il PC contesta la decisione del Consiglio federale di prolungare la missione militare elvetica nel Paese balcanico fino al 2023: «È una vergogna»
BELLINZONA - «Facciamola finita con Swisscoy: via i soldati svizzeri dal Kosovo». Il Partito Comunista contesta la decisione presa oggi dal Consiglio federale di prolungare la missione militare elvetica nel Paese balcanico fino al 2023, aumentando addirittura gli effettivi da 165 a 195. Un dato, questo, che fa infuriare i comunisti: «Sono circa 9'000 i soldati svizzeri che dal 1999 hanno prestato servizio sotto gli ordini della NATO e ciò è vergognoso».
«Swisscoy - precisa il Partito Comunista - non è una missione di pace come viene dipinta, ma è a tutti gli effetti una forza militare di occupazione integrata nella KFOR sotto l'egida appunto della NATO, il cui carattere guerrafondaio e per nulla difensivo, di stampo squisitamente imperialista, è sotto gli occhi di tutti. La Svizzera non aderisce alla NATO, non deve quindi fornire i propri soldati per le sue missioni al servizio delle multinazionali».
Il Partito Comunista, poi, deplora «in modo inequivocabile» la decisione del governo svizzero che rappresenta l'ennesima dimostrazione di come il nostro Paese si stia inchinando senza ritegno «ai diktat degli Stati Uniti e dell'Unione Europea anche in ambito militare».