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CANTONERiforma sociale: «Un passo non ancora sufficiente»

17.10.19 - 17:07
Il Partito Socialista esprime i propri dubbi riguardo ai correttivi presentati oggi dal Governo: «Per combattere la povertà e le difficoltà dei Ticinesi ci vuole di più»
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Riforma sociale: «Un passo non ancora sufficiente»
Il Partito Socialista esprime i propri dubbi riguardo ai correttivi presentati oggi dal Governo: «Per combattere la povertà e le difficoltà dei Ticinesi ci vuole di più»

BELLINZONA - «Un passo insufficiente» che non risponde «ai problemi della popolazione ticinesi e alle sue difficoltà». Il Partito Socialista - in una nota stampa - esprime i propri dubbi riguardo alla riforma sociale presentata oggi dal Consiglio di Stato. «I correttivi minimi - precisano i socialisti - dimostrano i gravi errori commessi dalla maggioranza in Governo e in Parlamento negli scorsi anni, in cui ha smantellato la politica familiare e sociale del Cantone».

Per il PS la riforma deve essere attuata «senza essere legata, né politicamente né secondo aspetti tecnici, a ulteriori sgravi fiscali che svuoteranno le casse dello Stato e che porteranno inevitabilmente a nuovi tagli delle prestazioni sociali, come avvenuto nel passato».

Tagli del passato - La portata finanziaria della riforma presentata oggi, di 17,4 milioni complessivi, per i socialisti ristabilisce infatti «solo in parte» gli oltre 50 milioni tagliati negli anni passati alla politica familiare, in special modo agli assegni AFI / API e al credito per la riduzione dei premi cassa malati. «Tagli molto più dolorosi del previsto, sulle spalle del ceto medio-basso e dalle fasce più deboli della popolazione, provati dal fatto che oggi il Governo e il DSS propongano solo una parziale marcia indietro».

Per questo motivo il PS ribadisce che va ristabilita «la situazione precedente alla manovra finanziaria di rientro del 2016 sia per quanto riguarda le soglie d’intervento della Legge di armonizzazione delle prestazioni sociali (Laps), sia per quanto riguarda quelle relative alla Legge sugli assegni familiari (LAF)».

Oltre a ciò i socialisti ritengono «più che mai necessario che lo Stato intervenga al fine di limitare i premi di cassa malati al 10% del reddito disponibile delle economie domestiche, come richiesto a livello cantonale con la nostra iniziativa parlamentare “Limitiamo i premi per il ceto medio e rendiamo accessibile l’aiuto agli aventi diritto!”  inoltrata lo scorso giugno e secondo i termini dell’iniziativa del PS a livello federale “Per premi meno onerosi” la cui raccolta firme è in dirittura d’arrivo».

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