Il sostegno dell’ex consigliera di Stato alla congiunzione PLR-PPD per le elezioni federali: «Bisognerebbe avere il coraggio di abbandonare i vecchi steccati partitici».
LUGANO - Dopo l’uscita a sostegno del Ps in occasione dell’ultime elezioni cantonali, l’ex consigliera di Stato torna con una nuova indicazione di voto per le imminenti Federali. E se ad aprile guardava a sinistra, creando un certo subbuglio, stavolta lo sguardo è puntato decisamente al centro. L’editoriale di Sadis, che apparirà domani su Opinione Liberale, “benedice” la congiunzione tra i due partiti storici ticinesi. «Cari elettori moderati - scrive l’ex ministra - un po’ perplessi sì, ma non così tanto da rinunciare a votare spero! Inutile nasconderlo: la congiunzione fra PLR e PPD per le elezioni nazionali ha creato di primo acchito qualche contrarietà». La congiunzione, continua Sadis, «è sostanzialmente tecnico/aritmetica. Un’operazione legittima a fronte di altri partiti che si presentano uniti sia a destra sia a sinistra. Una coalizione elettorale al “centro” ha altrettanto diritto di esistere per cercare di difendere la consistenza dei seggi».
«Non mi scandalizza» - Ma al di là dei calcoli, secondo l’ex consigliera di Stato per «avere però un minimo di credibilità occorre, come è stato fatto ma di cui troppo poco si è dato risalto mediatico, identificare dei punti programmatici comuni». L’operazione, continua, «non mi ha quindi scandalizzato e non mi demotiverà a esprimere il mio voto, anzi. Su certi argomenti la sostanza è più importante delle etichette partitiche».
«L'elettorato moderato esiste» - Proiettando quindi le sue riflessioni al dopo voto Laura Sadis accenna ad un ulteriore esercizio «ben più laborioso e ambizioso»: «Da tanti anni penso che i confini fra i partiti non delimitino più correttamente il panorama politico. Tantissimi esponenti di spicco della politica nazionale sostengono che il centro non esiste. Area di centro che altro non sarebbe ai miei occhi se non un elettorato moderato. Che invece, ne sono convinta, esiste, è numericamente consistente ed è trasversalmente presente in numerosi partiti. Il vero e produttivo cambiamento sarebbe quello di avere il coraggio di abbandonare i vecchi steccati partitici». Ma per questo passo, conclude, «occorrerà attendere ancora».