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CANTONE / SVIZZERALavoratori distaccati: «No a maggiori diritti verso gli appaltatori»

18.09.19 - 19:54
L'iniziativa parlamentare di Carlo Sommaruga è stata sostenuta da tutta la deputazione ticinese al Nazionale. Ma questo non è bastato
Keystone
Il testo di Sommaruga è stato respinto per 99 voti a 61.
Il testo di Sommaruga è stato respinto per 99 voti a 61.
Lavoratori distaccati: «No a maggiori diritti verso gli appaltatori»
L'iniziativa parlamentare di Carlo Sommaruga è stata sostenuta da tutta la deputazione ticinese al Nazionale. Ma questo non è bastato

BERNA - No al rafforzamento dei diritti dei lavoratori distaccati nei confronti delle imprese appaltatrici primarie in caso di mancato rispetto dei salari minimi, o altre prescrizioni, da parte dei subappaltatori.

È quanto ha deciso oggi il Consiglio nazionale che ha respinto un'iniziativa parlamentare di Carlo Sommaruga (PS/GE) per 99 voti a 61.

Tutti i deputati ticinesi presenti in aula (i leghisti Lorenzo Quadri e Roberta Pantani, i PPD Fabio Regazzi e Marco Romano, l'UDC Marco Chiesa e i due PLR, Giovanni Merlini e Rocco Cattaneo) hanno sostenuto l'iniziativa.

Sommaruga ha giustificato il suo atto parlamentare con un esempio concreto. «Come è stato nuovamente evidenziato da una sentenza del tribunale del lavoro del Cantone di Ginevra del 31 ottobre 2017 - ha dichiarato - anche qualora fosse possibile stabilire che i salari minimi e le condizioni di lavoro vigenti non siano stati rispettati e qualora si riesca a calcolare in modo preciso l'ammontare che deve ancora essere versato al lavoratore, non è possibile avviare alcuna azione giudiziaria in Svizzera prima di aver proceduto invano contro l'impresa nel Paese di origine del lavoratore, nel caso concreto la la Polonia».

Per il deputato ginevrino, risulta molto aleatorio portare correttamente a buon fine una procedura giudiziaria nel Paese di origine del lavoratore. I motivi? La difficoltà per un tribunale estero di accertare i fatti avvenuti in Svizzera, la scarsa conoscenza delle misure di accompagnamento vigenti da noi e la durata della procedura, che talvolta può protrarsi per anni a scapito del lavoratore, la corruzione.

Per tutti questi motivi, secondo il deputato socialista, il lavoratore distaccato dovrebbe poter avviare in Svizzera un'azione giudiziaria nei confronti dell'appaltatore primario fin dall'inizio della controversia. Attualmente, infatti, tutti i rischi ricadono sul lavoratore distaccati.

A suo parere, le imprese che hanno deciso di subappaltare lavori a imprese estere devono assumere i rischi derivanti dalla loro scelta. Per Sommaruga, l'azienda nei cui confronti il lavoratore avvia una procedura giudiziaria può assicurarsi facilmente contro questo genere di rischi oppure introdurre garanzie finanziarie nei contratti conclusi con i subappaltatori. Può anche trattenere a titolo di garanzia determinati pagamenti destinati ai subappaltatori che le consentano di coprire gli eventuali oneri derivanti da condanne pronunciate dalla giustizia svizzera.

Un simile cambiamento nella legislazione attuale avrebbe inoltre un altro merito: obbligherebbe gli appaltatori primari a considerare subappaltatori seri e a evitare il dumping salariale all'interno delle catene di subappalti.

La maggioranza del plenum, pur riconoscendo l'esistenza del problema posto da Sommaruga, ha bocciato la proposta, come chiesto dalla sua commissione preparatoria. Tuttavia, ha dichiarato a nome della commissione Christian Lüscher (PLR/GE), la proposta di modifica della legge sposterebbe la responsabilità sul solo appaltatore discostandosi dal principio tripartito di responsabilità solidale e pregiudicando il principio giuridico secondo cui si può essere ritenuti responsabili solo per propria colpa.

Oltre a ciò, in caso di violazione delle condizioni lavorative e salariali, i lavoratori distaccati hanno già la possibilità di adire un tribunale sia nel Paese d'origine sia in Svizzera.

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