Il consigliere comunale non ha apprezzato la nota pubblica del Municipio nei confronti dei suoi atti che hanno come oggetto il nuovo Lido di Gerra. «Volete screditarmi»
GAMBAROGNO - Il Lido di Gerra Gambarogno continua a far parlare di sé. Non tanto, però, per la demolizione della casa storica in favore di «un edificio insipido», ma per il botta e risposta tra Cleto Ferrari e il Municipio.
Dopo gli atti parlamentari presentati dal consigliere comunale, infatti, l’Esecutivo cittadino ha deciso di rispondere pubblicamente a Ferrari, accusandolo di «voler strapazzare gli strumenti democratici, senza alcuna onestà intellettuale, creando volutamente confusione e cattiva informazione», non facendo «gli interessi dei cittadini».
Una presa di posizione che non è piaciuta al consigliere comunale, che accusa il Municipio di volere «screditare la sua persona e il suo ruolo», di essere «infastidito» dalle sue domande». «Risparmierei volentieri il mio tempo per dedicarlo ai miei hobby - scrive - ma ho anche delle responsabilità nei confronti dei cittadini».
Ferrari coglie l’occasione per domandare che a lui e ai suoi colleghi vengano consegnati alcuni documenti ufficiali relativi al nuovo Lido. In particolare parla di «un municipale e ministro del turismo che il 3 agosto ha organizzato una festa privata sul terreno pubblico». E punta l’attenzione sulla società che ha preparato la cena: «Da uccellini mi è arrivato all’orecchio che quella società ha in mano un contratto firmato da voi con cui in futuro sarà ospitata nello stabile nuovo di zecca e con possibilità di fruire anche dello spazio pubblico e dei servizi in uno dei luoghi più pregiati del Ticino, per un affitto che supera di poco i 300 franchi al mese. Sì, trecento non tremila».
Ferrari punta ancora il dito contro il Municipio in merito alle delibere concesse alle ditte che si occuperanno dei lavori del futuro porto: «Un uccellino mi ha segnalato che avete proceduto ad una importante delibera ad una ditta fuori confine contraddicendo quanto avevate assicurato nella campagna sulla votazione sul porto comunale di venti milioni».