Il Movimento per il socialismo chiede chiarimenti al Consiglio di Stato e presenta una mozione per una migliore informazione a favore dei richiedenti
LUGANO / BELLINZONA - Il caso - riferito da Tio/20minuti - della coppia che, dopo aver fatto richiesta per l’assistenza sociale, ha ricevuto una missiva dell’Ufficio cantonale per il sostegno sociale che consigliava loro di divorziare, entra anche nel discorso politico.
Sulla singolare vicenda ha preso parola oggi il Movimento per il socialismo (MPS), che ha presentato una mozione e un’interrogazione in merito al Consiglio di Stato. «Richiedere l’assistenza non è di per sé facile, ma se in più ci si ritrova di fronte a un funzionario che fornisce informazioni errate o, peggio, minaccia di espulsione sessantenni e che hanno lavorato decenni in Ticino, la situazione diventa drammatica», scrivono i deputati Arigoni, Lepori e Pronzini, chiedendo che le disposizioni riguardanti il rilascio dell’assistenza vengano pubblicate in una forma comprensibile alla maggioranza della popolazione su un sito web e in opuscolo.
«Quante domande vengono rifiutate?» - In Ticino il tasso di povertà (13%) è cinque volte superiore rispetto a quello di persone in assistenza (2,7%). Il rifiuto nei confronti della coppia, che da decenni vive nel Luganese, non costituirebbe inoltre un unicum secondo l’MPS che cita fra le altre cose altri «casi di persone che hanno lavorato una vita intera a cui viene negata l’assistenza».
«Dalle testimonianze sembrerebbe che i funzionari incaricati di registrare le richieste di assistenza e informare gli interessati a volte propongano “soluzioni alternative” non proprio ortodosse pur di evitare che il numero di assistiti lieviti», scrivono i deputati chiedendo al Consiglio di Stato di quantificare il numero di casi seguiti mensilmente in media da ogni funzionario e di indicare «chi controlla che le informazioni fornite ai richiedenti di assistenza sociale siano corrette».
«Quante sono le domande inoltrate annualmente dal 2014» e «quante quelle rifiutate e i motivi», chiede inoltre l’MPS all’Esecutivo, invitandolo anche a quantificare i tempi medi che i richiedenti devono attendere per ottenere una prestazione.
Le domande dell'interrogazione