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CANTONELo scorso anno 660 principi d'incendio: «Basta scherzare con il fuoco»

06.08.19 - 12:23
Interrogazione di Raoul Ghisletta sul ruolo del Cantone nel sostegno ai Comuni per aumentare la sicurezza dei cittadini
TiPress - foto d'archivio
Lo scorso anno 660 principi d'incendio: «Basta scherzare con il fuoco»
Interrogazione di Raoul Ghisletta sul ruolo del Cantone nel sostegno ai Comuni per aumentare la sicurezza dei cittadini

BELLINZONA - «La vigilanza dei Comuni sull’applicazione delle misure di sicurezza antincendio in Ticino è insufficiente, anche perché i Comuni sono lasciati soli dal Cantone e manca un Istituto cantonale per l’assicurazione contro gli incendi e gli eventi naturali, come invece esiste in ben 19 cantoni». Ne è convinto Raoul Ghisletta, che ha inoltrato un’(altra)interrogazione al Consiglio di Stato.

Il deputato socialista sottopone all’attenzione del Governo i dati statistici sugli incendi del 2018 diffusi dall’Associazione dei tecnici riconosciuti antincendio (ATRA): «Ogni anno in tutta la Svizzera si registrano mediamente 13’500 principi d’incendio, dei quali ben 660 solo in Ticino». Se in Svizzera la lotta contro gli incendi nell’edilizia passa attraverso le prescrizioni antincendio riconosciute a livello federale - che si applicano sia alle nuove costruzioni che a quelle già esistenti -, la verifica del rispetto di queste prescrizioni in Ticino è di competenza dei Comuni, i quali concedono  l’abitabilità dei nuovi edifici solo alla presenza di un collaudo antincendio rilasciato da un tecnico riconosciuto. 

«Purtroppo i fatti di cronaca mettono in evidenza come, in particolare negli edifici più vecchi, non ci sia una sorveglianza attiva sul mantenimento delle misure di prevenzione e protezione antincendio necessarie», si legge ancora nel comunicato dell’ATRA.

Ghisletta pone cinque domande al Consiglio di Stato, nella speranza che «smetta di scherzare con il fuoco»:

1. È cosciente che il lassismo nella verifica delle misure antincendio in Ticino porta ad esporre al rischio di morte e ferimento molti inquilini ed utenti di stabili?
2. Intende attendere che si verifichi un grave evento per dare avvio ad un monitoraggio della prevenzione antincendio e del controllo della sicurezza antincendio, che la legge edilizia (art. 41c) affida ai Municipi?
3. Intende finalmente con la modifica di legge in elaborazione sostenere seriamente i Municipi nell’impegnativo e delicato lavoro di prevenzione antincendio per aumentare la sicurezza dei cittadini, oppure intende continuare a mettere la testa sotto terra, come fanno gli struzzi, rifugiandosi dietro al “principio della sussidarietà”, con un penoso processo di scaricabarile delle responsabilità politiche sui Comuni?
4. Intende trasferire dal Dipartimento delle finanze al Dipartimento del territorio l’Ufficio cantonale della difesa contro gli incendi, per rafforzarlo attraverso la sinergia con gli uffici esistenti nel Dipartimento del territorio, che da decenni operano un egregio monitoraggio dei problemi e dei rischi ambientali/per la salute, effettuando controlli seri?
5. Ha già preso posizione o intende prossimamente prendere posizione sull’iniziativa parlamentare generica n. 668 per una Legge sull'Istituto cantonale per l'assicurazione contro gli incendi e gli eventi naturali (ICA) del 21 gennaio 2019)?

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