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CANTONE / BERNA«Serve un rapporto sull’efficienza dell'Ministero Pubblico della Confederazione»

20.06.19 - 09:52
A chiederlo è il consigliere nazionale Marco Chiesa in un atto parlamentare
tipress (archivio)
«Serve un rapporto sull’efficienza dell'Ministero Pubblico della Confederazione»
A chiederlo è il consigliere nazionale Marco Chiesa in un atto parlamentare

BELLINZONA - Allestire un rapporto sui risultati conseguiti dal “Progetto efficienza”/"f4”: sull’efficienza dell'Ministero Pubblico della Confederazione e delle autorità di perseguimento penale federale, dal profilo sistemico e nel complesso. A chiederlo al Consiglio federale è Marco Chiesa.


«17 anni d’attività, 4 procuratori generali, innumerevoli riassestamenti interni, indennità milionarie a persone prosciolte e a ex collaboratori, molte critiche e pochi risultati. Questi in sintesi - sottolinea il consigliere nazionale UDC nel suo atto parlamentare - i numeri ricorrenti a bilancio del MPC dal 1° gennaio 2002».

«Nato dal “Progetto efficienza” o “f4”, votato nel 1999 dal Parlamento e attuato dal CF l’anno seguente, dotato di nuove ed estese competenze, a scapito dei Cantoni, il “nuovo” MPC avrebbe dovuto contribuire, con la Polizia giudiziaria federale, all’efficienza del perseguimento penale delle più gravi e complesse forme di criminalità, transnazionali e intercantonali; criminalità organizzata inclusa - prosegue Chiesa -. Per effetto della forma d’indipendenza di cui gode, decisa nel 2011 dal Parlamento oggettivamente sull’onda del contesto agitato d’allora e con scarsi approfondimenti, il MPC oggi ha anche facoltà insindacabile di sperimentare, organizzando e riorganizzando, la sua struttura e la sua attività sul territorio».

«Ai dubbi, sollevati ricorrentemente, sull’adeguatezza personale dell’attuale Procuratore generale a gestire affari interni e mandati, ventilati in passato, e a condurre procedimenti penali, posti più di recente e sfociati in inchieste disciplinari contro lo stesso, si sono uniti interrogativi sull’attuale assetto organizzativo accentratore, frutto di decisioni del suo vertice risalenti al 2015 - conclude -. Decisioni che, per opinione d’esperti ripetutesi da allora senza soluzione di continuità, hanno favorito l’eccesso di verticismo e di burocrazia a scapito delle capacità investigative principalmente nel contrasto alle organizzazioni criminali. Con la necessità d’adeguare il CP si è voluto giustificare all’assenza di risultati tangibili in quest’ultimo campo. Nondimeno, iniziative volte a ridurre il potere del Procuratore generale attraverso una conduzione collegiale dell’ufficio giudiziario ma anche a reintegrare il MPC nell’amministrazione federale si sono succedute: anch’esse testimoniano i dubbi crescenti verso l’attuale situazione. La necessità di valutare i risultati del progetto prima d’intervenire con eventuali ulteriori puntuali aggiustamenti, anche del diritto sostanziale, è data».

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