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Interrogazione del Partito comunista, che denuncia una disparità di trattamento nell'applicazionne della legge
BELLINZONA - Dopo l'approvazione della tassa sul sacco, il Consiglio di Stato aveva fissato un termine per permettere ai Comuni di adeguare i rispettivi regolamenti comunali sui rifiuti. Questo termine scade il 30 giugno di quest'anno. A quasi due anni di distanza dall'entrata in vigore della legge, vi sarebbero ancora dei municipi che non si sono mossi oppure che hanno fatto adottare dai rispettivi consigli comunali dei regolamenti non conformi alle indicazioni dell'Ufficio federale dell'ambiente.
Tra i Comuni ticinesi non esiste alcuna conformità nello stabilire la tassa base e in molti casi «la sua definizione lede il principio di parità di trattamento», sostiene il Partito comunista, che giudica ad esempio inaccettabile che in alcune realtà delle famiglie monoparentali paghino la stessa tassa base delle grandi aziende, oppure che altrove i piccoli artigiani debbano accollarsi spese sproporzionate rispetto ad altri contribuenti.
Il Partito Comunista ha quindi incaricato i propri deputati Massimiliano Ay e Lea Ferrari di inoltrare un'interrogazione all'attenzione del Consigliere di Stato Claudio Zali affinché si intervenga quanto prima per risolvere questo problema «che non è solo comunale, ma pure cantonale»: vi sarebbero infatti discrepanze nella formulazione della tassa base pure in regolamenti comunali già sottoposti alla ratifica della Sezione degli Enti Locali.
