A chiederlo, con una mozione, è il gruppo parlamentare dei Verdi. Il PC invece chiede di istituire un Fondo di ricerca
BELLINZONA - Il gruppo dei Verdi del Ticino ed alcuni esponenti di altri movimenti e partiti hanno inoltrato oggi una mozione per chiedere lo stato di emergenza climatica anche in Ticino. Si chiede nello specifico che anche il nostro cantone si approcci al problema «con lungimiranza e tempestività» sottoponendo ogni decisione presa in parlamento e in governo a criteri di sostenibilità ecologica.
Anche perché, viene sottolineato dai mozionanti, le conseguenze di questo fenomeno si cominciano a vivere intensamente anche alle nostre latitudini: «Forti sbalzi di temperatura, siccità, ondate di caldo, fenomeni climatici estremi sono i principali campanelli d’allarme che concretizzano sotto i nostri occhi i proclami di scienziati e attivisti. Ecosistemi, biodiversità e vita sono a forte rischio».
Il Ticino non può sottrarsi agli avvenimenti che contraddistingueranno i prossimi decenni, «ma può decidere oggi se approcciarsi con innovazione portando del valore aggiunto alla sfida del secolo ed essere parte nella soluzione o se subirne passivamente gli effetti continuando ad alimentare il problema».
Un fondo di ricerca ticinese - Anche il Partito Comunista ritiene che la politica debba dare ora risposte concrete «per l’agricoltura ticinese, per la qualità di vita cittadina e per il risparmio idrico, procedendo con la sensibilizzazione degli attori economici alla problematica della transizione climatica e al sensato sfruttamento delle risorse». A tal proposito i deputati comunisti Lea Ferrari e Massimiliano Ay hanno depositato una mozione che propone l’istituzione di un Fondo di ricerca per affrontare il cambiamento climatico in Ticino «sfruttando le esigenze di un Cantone a vocazione agricola e le eccellenze dei poli tecnologici e di ricerca, dalla Scuola Universitaria Professionale della Svizzera Italiana (SUPSI) alla Scuola Agraria di Mezzana, passando per il campus di Agroscope a Cadenazzo».