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CANTONE«Toni al limite della calunnia». Il DECS risponde al collettivo R-esistiamo

19.05.19 - 16:32
Il Dipartimento dell'educazione, della cultura e dello sport spiega passo per passo l'iter della prima scolarizzazione dei bambini in arrivo al centro federale di Novazzano
Keystone
«Toni al limite della calunnia». Il DECS risponde al collettivo R-esistiamo
Il Dipartimento dell'educazione, della cultura e dello sport spiega passo per passo l'iter della prima scolarizzazione dei bambini in arrivo al centro federale di Novazzano

BELLINZONA - «Toni al limite della calunnia». È questo il commento del Dipartimento dell'educazione, della cultura e dello sport (DECS) in merito al recente comunicato del collettivo R-esistiamo a proposito della prima scolarizzazione dei bambini/ragazzi in arrivo al centro federale di Novazzano.

Il DECS precisa che l'affermazione secondo cui lo stesso Dipartimento avrebbe "disposto che la scolarizzazione dei figli e delle figlie dei richiedenti l’asilo presenti nel Cantone, assieme a tutte le persone minorenni non accompagnate, debba essere svolta all’interno di tali campi" non è fondata. «I bambini/ragazzi in età di obbligo scolastico che, in provenienza dall'estero, arriveranno al centro federale (luogo di passaggio per tutti i richiedenti asilo) saranno in effetti immediatamente presi a carico al suo interno in una classe particolare, di 15 allievi al massimo, per cominciare a capire le loro diverse esigenze. Tale prima scolarizzazione sarà di corta durata».

La Segreteria di Stato per la migrazione (SEM) ha infatti indicato un tempo massimo di 5/6 settimane per le decisioni di sua spettanza inerenti ai minorenni con famiglia, meno ancora per i minorenni non accompagnati. Dopodiché i bambini/ragazzi saranno attribuiti a un Cantone che potrebbe essere il Ticino così come un altro.

Per i bambini/allievi che saranno attribuiti al Ticino l'inclusione effettiva inizierà subito nel luogo di residenza, nella scuola ordinaria (dell'infanzia, elementare o media) e potrà svilupparsi su periodi decisamente più lunghi e proficui.

«Non vi è quindi alcuna volontà di segregare i piccoli migranti, si tratta solo di organizzare al meglio il loro processo d’inclusione» precisa il DECS, che si riserva di riconsiderare tale organizzazione qualora i tempi di permanenza dei bambini/ragazzi nel centro federale dovessero risultare più lunghi di quanto previsto.

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