Dopo l'ennesimo colpo ad un bancomat situato a ridosso del confine, il Gruppo della Lega dei Ticinesi chiede che il Parlamento cantonale «dia una scossa» a Berna
BELLINZONA - «Dopo le numerose esplosioni ai bancomat, il Mendrisiotto e il Ticino tutto non può più stare a guardare». È questa premessa che ha spinto il Gruppo della Lega dei Ticinesi in Gran Consiglio a proporre una risoluzione generale, da indirizzare al Consiglio federale, per chiedere allo stesso di introdurre definitivamente e a tempo indeterminato la chiusura di tutti i valichi secondari del Sottoceneri, ed in particolare nel Mendrisiotto, durante le ore notturne. Una proposta simile era giunta nei giorni scorsi anche dai deputati PPD del Mendrisiotto Maurizio Agustoni, Giorgio Fonio e Luca Pagani.
Dal 1° aprile 2017 e per sei mesi - ricordiamo - i valichi secondari di Novazzano-Marcetto, Pedrinate e Ponte Cremenaga erano rimasti chiusi durante le ore notturne. Un test voluto «per tentare di arginare la criminalità nelle regioni di confine del sud del Ticino» al quale il Governo federale aveva deciso di non dare seguito perché avevano avuto «un impatto debole sul tasso di criminalità transfrontaliera. La soluzione proposta da Berna è invece di dotare i posti di confine di barriere, che potranno essere abbassate solo in caso di necessità. Una misura ritenuta inefficace dai leghisti in quanto «prima ancora che sia dato l’allarme i malviventi hanno già varcato il confine»,
Gli ultimi episodi verificatosi di notte nelle zone a ridosso del confine hanno spinto i leghisti a tornare alla carica: «Il pericolo per i cittadini, oltre che per le cose ed i valori, è innegabile e questa situazione è percepita con grande preoccupazione da parte di chi abita nel Sottoceneri e nel Mendrisiotto in particolare. L’utilizzo di esplosivi denota la presenza di persone spietate che non esitano a far ricorso a mezzi violenti pur di raggiungere l’obiettivo. I ticinesi hanno paura e devono potersi sentire sicuri a casa propria», si legge nel testo.
Anche Chiesa chiede di intervenire - Anche il consigliere nazionale Marco Chiesa (UDC) ha deciso che depositerà un atto parlamentare durante la sessioni estiva delle camere. Chiesa chiederà al Consiglio federale se alla luce «dell'escalation criminale a cui abbiamo assistito in Ticino», si è convinto ed è disposto a rivedere la sua decisione di riapertura notturna dei valichi secondari (o se sia almeno disposto a ripetere l'esperienza di chiusura dei valichi per un nuovo periodo di test.
Non solo, il democentrista chiederà al Governo se la pressione dell'Italia, «condita da velate minacce a proposito ripercuotersi negativamente sulla buona collaborazione nell’ambito della sicurezza e della migrazione», ha giocato e gioca un ruolo nella decisione e se il Consiglio federale teme «qualche tirata d'orecchi» dall'UE basata sul rispetto dell'accordo di Schengen.