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CANTONELegge sulle armi: «Quante vittime in Ticino?»

28.04.19 - 17:15
Alcuni deputati socialisti interrogano il Governo sulla ripresa delle norme di Schengen sulle armi quale «misura importante per evitare una diffusione incontrollata di quelle pericolose»
Keystone - foto d'archivio
Legge sulle armi: «Quante vittime in Ticino?»
Alcuni deputati socialisti interrogano il Governo sulla ripresa delle norme di Schengen sulle armi quale «misura importante per evitare una diffusione incontrollata di quelle pericolose»

BELLINZONA - «Non ritiene il Consiglio di Stato che la ripresa delle norme di Schengen sulle armi, specialmente per quanto riguarda il controllo dello scopo dell’acquisto, sia una misura importante per evitare una diffusione incontrollata di armi pericolose?». Alcuni deputati del PS hanno rivolto un’interrogazione al Consiglio di Stato chiedendogli di prendere posizione sulla votazione del 19 maggio.

Nel testo vengono date alcune cifre. «Secondo un articolo del Tages Anzeiger pubblicato il 3 dicembre 2018, in Svizzera sono stati accordati nel 2017 38’000 permessi; nel 2012 erano solo 25’000. Per mille abitanti in Svizzera nel 2017 sono stati concessi 4.5 permessi; in Ticino 4.9. Il numero di permessi rifiutati si aggira tra meno dell’1% in Obvaldo e il 4% a Berna. Nel 2015 ci sono state in Svizzera 231 morti causate da armi da fuoco di cui il 91% suicidi. Prima del 1999 quando è stata introdotta l’ultima regolamentazione delle armi, i morti per armi da fuoco superavano regolarmente le 400 unità».

Le domande dell’interrogazione al Consiglio di Stato: «Di fornire il numero di permessi d’acquisto di armi concessi in Ticino nel 2012, nel 2017 e, se possibile, nel 2018. Di fornire per gli stessi anni il numero di permessi eccezionali d’acquisto di armi vietate (LArm art. 5), concessi in Ticino. Indicare per gli stessi anni quante richieste non sono state accordate e per che motivi, secondo LArm art. 8 cpv. 2. In particolare se sono stati rifiutati permessi a persone che danno motivi di ritenere che esporranno a pericolo sé stessi o terzi. Di precisare quante persone hanno citato scopi che non siano lo sport, la caccia o il collezionismo; quali altri scopi sono stati citati; quanti di costoro hanno ricevuto un permesso e come sia stata verificata per gli altri la veridicità dell’attività sportiva, di caccia o di collezionismo. Di indicare quanti permessi, in questi anni, sono stati concessi per l’acquisto di armi semiautomatiche e automatiche a persone non residenti in Ticino. Di fornire il numero delle vittime di armi da fuoco, in questi anni in Ticino; distinguendo morti e feriti, casi di suicidio e tentato suicido. Non ritiene che la ripresa delle norme di Schengen sulle armi, specialmente per quanto riguarda il controllo dello scopo dell’acquisto, sia una misura importante per evitare una diffusione incontrollata di armi pericolose?».

I socialisti si concentrano inoltre sul ruolo di Luca Filippini, segretario generale coordinatore del Dipartimento delle Istituzioni, «dichiarato oppositore dello sviluppo Schengen sulle armi»: «Non ritiene il Consiglio di Stato che sia sempre meno tollerabile? È credibile un funzionario del Dipartimento delle istituzioni che si oppone a una moderata regolamentazione delle armi semiautomatiche, mettendo a rischio il nostro ruolo nell’accordo di Schengen e quindi la sicurezza del paese?».

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