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CANTONE«Lottiamo contro la tratta di esseri umani»

10.03.19 - 22:41
Il Gruppo PS in Gran Consiglio ha inoltrato una mozione al Consiglio di Stato per mettere fine «a questo flagello»
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«Lottiamo contro la tratta di esseri umani»
Il Gruppo PS in Gran Consiglio ha inoltrato una mozione al Consiglio di Stato per mettere fine «a questo flagello»

BELLINZONA - «Per una lotta risoluta contro il flagello della tratta di esseri umani». Titola così la mozione inviata dal Gruppo PS in Gran Consiglio in cui gli otto deputati (Ghisletta, Lepori, Corti, Ducry, Durisch, La Mantia, Lurati-Grassi e Pugno-Ghirlanda) chiedono un intervento concreto del governo per combattere questa grave «e sottostimata» problematica.

Il Gruppo PS - che concorda con Amnesty che le vittime di questa tratta in Svizzera siano «molte di più delle 1'500 stimate» - vorrebbe che il Consiglio di Stato intraprendesse sei passi concreti per meglio monitorare e in seguito bloccare questo fenomeno come «previsto dal Piano Nazionale di Azione contro la tratta degli esseri umani 2017-2020 (PNA) del Dipartimento federale di giustizia e polizia». L'obiettivo dei deputati socialisti è quindi quello di creare delle basi per fare «tutto il possibile per individuare situazioni di tratta di umani presenti sul territorio cantonale e per tutelare adeguatamente tutte le vittime».

Di seguito ecco nel dettaglio le richieste degli otto deputati socialisti: 

1. Finanziare un piano annuale cantonale di sensibilizzazione/informazione, attuato da enti attivi in ambito sociale specializzati sul tema tratta degli esseri umani, rivolto agli attori non direttamente implicati nella lotta alla tratta ma suscettibili di entrare in contatto con situazioni di tratta, ossia operatori sanitari e sociali operativi in contesti sensibili e operatori ancora in formazione (misure 1,2,3 PNA).

2. Organizzare un piano di sensibilizzazione delle polizie comunali, dei funzionari preposti al controllo abitanti nei Comuni e dei funzionari cantonali addetti al rilascio di permessi e autorizzazioni (misure 4,15 PNA).

3. Rafforzare le misure di protezione delle vittime di tratta: si chiede in particolare di fare in modo, attraverso mandati attribuiti ad attori del settore sociale, che tutte le vittime di tratta in situazione di indigenza e senza un alloggio (indipendentemente dallo statuto giuridico e dalla volontà di denunciare gli autori del crimine) possano usufruire di un collocamento in anonimato presso una struttura logistica, che preveda un accompagnamento sociale mirato da parte di operatori sociali specializzati sul tema della tratta di esseri umani.

4. Garantire che le potenziali vittime di tratta siano informate sulla possibilità di richiedere e ottenere un periodo di recupero e riflessione (come previsto dall’art. 30 cpv. 1 lett. e della Legge federale sugli stranieri e sull’integrazione, dall’art. 35 OASA e dalle Istruzioni e commenti settore degli stranieri della Segreteria di Stato della Migrazione - 5.6.8.2.3.), quando l’identificazione formale da parte delle autorità non è conclusa, e di garantire che vengano orientate verso un servizio specializzato che possa sostenerle in questo percorso. Alla vittima deve essere concesso un periodo di minimo 30 giorni durante il quale vengano garantite le prestazioni previste dalla Convenzione Europea di lotta contro la tratta degli esseri umani (misura 20 PNA).

Formalizzare un protocollo di presa a carico per le vittime di tratta dal momento dell’individuazione preventiva, che preveda per loro la possibilità di essere collocate in anonimato in una struttura specializzata, dove siano adeguatamente accompagnate e dove possano avere accesso alle misure previste dalla Convenzione Europea di lotta contro la tratta degli esseri umani (misure 14, 18,19, 22 PNA).

Formalizzare nel sopracitato protocollo che occorre prendere a carico tutte le vittime di tratta, indipendentemente da dove abbia avuto luogo il reato, conformemente all’art.12 della Convenzione Europea di lotta contro la tratta degli esseri umani e alla misura 22 del PNA 2016-2020. Uno Stato come la Svizzera, che ha ratificato la Convenzione del Consiglio d’Europa sulla lotta contro la tratta di esseri umani, è infatti tenuto a fornire le prestazioni previste nella Convenzione alle vittime di questo reato, che soggiornano nel suo territorio, ma sono state sfruttate all’estero (misura 22 PNA).

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